Sulla legge elettorale, dopo lunghe e complesse prove tecniche di trattativa, ora si profila lo scontro. I ‘tecnici’ delle riforme del Pdl, Denis Verdini, Gaetano Quagliariello, Ignazio La Russa si riuniscono questa mattina e decidono di ‘andare avanti comunque’. Una riforma va fatta e ‘al piu’ presto possibile’ anche per ‘sbloccare l’impasse che si e’ creato dentro il partito’, osservano. Non si puo’ tornare a votare con il ‘Porcellum’, e’ la parola d’ordine, anche per non dare la possibilita’ al Pd di vincere a mani basse. Cosi’, la linea che passa e’ la seguente: o si raggiunge un’intesa con il Pd nelle prossime ’16-48 ore’ sui famosi tre punti (entita’ del premio; se darlo al partito o alla coalizione; preferenze-collegi) oppure si porta un testo in Aula e ci si conta. E l’Udc, si fa capire, potrebbe trovarsi schierata in questa fase accanto alla vecchia maggioranza, cioe’ con Pdl e Lega.
L’idea sarebbe quella di arrivare in Aula con un provvedimento che preveda un sistema di tipo proporzionale; lo sbarramento al 5%; l’assegnazione dei seggi in 26 circoscrizioni; voto che tenga conto dell’esigenza di riequilibrare la parita’ dei sessi; rivisitazione del voto degli italiani all’estero. Ma un’intesa sul sistema proporzionale che si ispiri al modello tedesco non sara’ facile perche’ oggi sul punto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani e’ davvero molto chiaro: ‘La nuova legge elettorale – dichiara da Mestre – dovra’ garantire la governabilita’, altrimenti sara’ uno tsunami sul Paese’. ‘Lasciamo stare il sistema tedesco e altre scuole di pensiero sulla legge elettorale – aggiunge – se mai qualcuno avesse in testa di andare a un sistema seccamente proporzionale, perche’ di questo si tratta, in una situazione come quella italiana, portando cioe’ matematicamente il Paese all’ ingovernabilita’, dovra’ vedersela con noi. Su questo saremo fermissimi. La sera delle elezioni il mondo deve vedere che c’e’ qualcuno che puo’ governare, altrimenti viene uno tsunami sul Paese, non sul Pd’.
E altrettanto chiaro e’ il segretario della Lega Roberto Maroni: sulla legge elettorale, assicura, non c’e’ nessuna intesa. Circostanza confermata anche dal presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato Carlo Vizzini che ribadisce come ancora non sia arrivata da parte delle forze politiche alcuna indicazione tanto che la riunione dell’ufficio di presidenza che avrebbe dovuto calendarizzare i lavori parlamentari anche sul fronte della legge elettorale e’ di fatto saltata. ‘Ne’ in questa situazione – aggiunge Vizzini – ho intenzione di convocare il Comitato ristretto’. Prima si dovra’ trovare un’intesa, osserva. Poi si decidera’ il da farsi. Il Pdl pero’ non vuole aspettare oltre e punta ad arrivare alla ‘conta’ in Aula ‘forte’ anche del possibile sostegno dell’Udc, praticamente indispensabile alla Camera.
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