Dai media apprendo che il governo Renzi ha in mente di varare una norma epocale: "il bollino blu anticorruzione". In poche parole si tratta di istituire un’apposita commissione che vagli tutte le imprese italiane e fare un elenco di quelle che non hanno mai avuto guai giudiziari e che eccellono nel lavoro e contrassegnarle con una sorta di bollino blu. Viene solo da chiedersi se le persone non fanno meglio a dormire di notte invece di stare a pensare a tali panzane.
Ad onore del vero questo frastornato Pd c’è un po’ da capirlo: si è sempre dissanguato per dimostrare che la corruzione era di destra ed ora che con l’inchiesta "Mondo di Mezzo" si trova impelagato fino al collo comincia a dare i numeri, addirittura sostiene che i "fatterelli" di Roma non sono riconducibili a fatti mafiosi. Sorprende come comunisti e post-comunisti siano così ingenui da sembrare degli angelici seminaristi: anni or sono non sapevano dei rubli che ricevevano da Mosca ed ora non sanno da dove arrivano gli euro; se non sapevano nulla allora non ci sono, ma ci fanno.
Se l’idea del bollino fosse nata mesi or sono, sicuramente la tanto seria ed onesta coop 29 giugno sarebbe stata la prima nel dorato elenco e magari insignita anche di qualche decina di bollini blu (1 ogni 10 atti di corruzione).
Orbene, visto che si vuol escogitare un metodo per individuare chi naviga nell’onestà, proporrei una cernita più efficace, cioè bollare chi non dà affidabilità, non solo nel mondo del lavoro, ma anche in quello della politica e fare quindi elenchi di aziende che hanno avuto guai con la giustizia, di parlamentari che cambiano casacca, che tradiscono l’elettorato, che si drogano, di funzionari pubblici e politici colti con il sorcio in bocca e, per ultimo, ma forse andava detto per primo, di tutti coloro che in qualche modo hanno aderito al fascismo, che ne abbiano lodato le qualità ed ora, dopo un miracoloso rinsavimento maturato quando la guerra era ormai persa, non si ricordano più di tali trascorsi e mai ne parlano. Per fidarsi di costoro serve un miracolo, ma è meglio non mischiare il sacro con il profano.
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