Ieri, come è ormai consuetudine, si è assistito ad un’altra calata di brache, quella di Renzi nei confronti dei giustizialisti e della magistratura e quella di Alfano nei confronti di Renzi. Poichè nel nostro bistrattato Paese la giustizia ha una lentezza abnorme, ed oserei dire incivile, perché non si può e non si deve tenere una persona indagata per vari lustri e poi magari scagionarla del tutto poiché "il fatto non sussiste", si è creduto opportuno, non so in base a quale principio di equità e di moralità, allungare i tempi di prescrizione in modo che il giudizio tanto atteso possa essere emesso con calma e magari dopo la morte dell’indagato. Roba da far rabbrividire e che palesa sempre di più da parte del governo una deriva giustizialista e autoritaria.
Un governo serio avrebbe dovuto pretendere e, se vuole i mezzi li ha, che la magistratura fosse più solerte, più protesa nell’adempiere il delicato lavoro e rispettare i tempi medi che hanno gli altri paesi, ma forse da noi valgono molto di più le comparsate televisive che hanno il solo scopo di farsi pubblicità e di crearsi un posto in un partito. Il rito del "calabrache" ormai è una costante del boiardo fiorentino il quale però ha la "soddisfazione" di avere in omaggio lo stesso rito e con tanto di genuflessione da parte di Alfano.
Alfano e compari che continuano imperterriti a dare un deplorevole esempio per la loro mancanza di coerenza e di correttezza: sulla questione relativa al prolungamento dei tempi della prescrizione avevano addirittura minacciato una crisi di governo, ma davanti alla prospettiva di lasciare la poltrona, conquistata a suon di tradimenti e di genuflessioni, il veto è diventato "astensione critica", meglio definirla solita pagliacciata. Al Senato cosa faranno? Sicuramente in nome delle "correttezza" daranno un altro triste spettacolo.
Come se non bastasse per definire il governo Renzi un governo di regime ieri si è aggiunta un’altra "democratica" vergogna: il presidente dell’Autorità anticorruzione entrando nel dibattito della riforma della prescrizione ha difeso a spada tratta le intercettazioni auspicando addirittura un ampliamento del loro utilizzo. Nessuno dei soloni governativi e delle varie Autority, fra poco ne faranno una anche per controllare i respiri ed i sospiri delle persone, ha pensato che forse le tante leggi e leggine sfociano in una burocrazia demenziale che è la causa principale della corruzione. Non averlo pensato fa sorgere molti dubbi sul loro quoziente intellettivo e sulla loro serietà circa la volontà di risolvere il problema della corruzione: con meno leggi e meno burocrazia ci saranno anche meno poltrone per compari ed amici.
A completare questo vergognoso quadro del nostro Paese è il silenzio tombale che magistratura e politici, specialmente di sinistra, hanno tenuto e tengono, sul golpe antiberlusconi perpetrato sì a danno del Cavaliere, ma soprattutto a danno dell’Italia e degli italiani. Possibile che nessuno abbia un minimo di dignità di volerci vedere chiaro? Si spendono denari pubblici per sapere se Lupi ha aiutato il figlio, che ad onor del vero ha fatto quello che avrebbe fatto qualsiasi padre, e non si scava su un complotto sul quale autorevoli personaggi si sono espressi con dovizia di particolari. Forza Renzi e magistratura, mostrate almeno un po’ di pudore e di imparzialità.
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