Roma – Il buco della sanità? “Tutti sanno che è una balla”. Ne è convinto Francesco Storace, candidato alla presidenza della Regione Lazio con La Destra, che a colloquio con ItaliaChiamaItalia difende il suo operato aggiungendo: “la cifra record del disavanzo fu raggiunta sotto la giunta Marrazzo”, la stessa che “ha bloccato una gara per la fornitura di nuovo materiale da destinare al trasporto regionale”.
Nel paese c’è voglia di rinnovamento, mentre lei ha già governato la Regione Lazio. Per quale motivo gli elettori dovrebbero votare di nuovo per lei?
“Per rimettere in carreggiata la regione, abbiamo ben dodici candidati presidenti ma io sono l’unico che la conosce realmente. Il Lazio sta uscendo da un periodo caratterizzato da questioni antipatiche e occorre ridare certezze ai cittadini, il primo passo per realizzare questo obiettivo consiste nel ridimensionamento della macchina regionale. Grazie alla riduzione dei consiglieri abbiamo diminuito di ben un terzo i costi della politica e non si può dire che sia avvenuta la stessa cosa in Parlamento o in Lombardia e in Sicilia. Solamente il Lazio sta contribuendo, attraverso i tagli, a fermare il declino morale della politica e la mia proposta di eliminare le auto blu si inserisce proprio in questo contesto. Tra le mie priorità, inoltre, rientrano sicuramente le politiche sociali. Bisogna rifinanziare la legge sul diritto alla famiglia ed è importante, infine, sostenere le politiche d’impresa garantendo l’accesso ai fondi comunitari e le facilitazioni per accedere al credito. Il delicato tema della sanità sarà affrontato attraverso il ‘contratto sulla salute’ firmato oggi (ieri, ndr) con Silvio Berlusconi nel quale si ammette che, sul Lazio, gravano ulteriori spese che concorrono a creare il debito. Dobbiamo permettere che la regione eserciti finalmente il suo diritto a non essere commissariata”.
Proprio il tema della sanità rappresenta il suo punto debole, l’attacco che le viene rivolto più frequentemente è quello di aver causato il buco che ha portato al commissariamento. Come fa a risolvere un problema che ha contribuito a creare?
“Chi mi attacca può dire quello che vuole ma, in realtà, tutti sanno che questa storia è una balla. Noi abbiamo aperto gli ospedali e Marrazzo ha chiuso il San Giacomo. Nel 2006, ancora sotto la giunta Marrazzo, si raggiunse la cifra record di due milioni di disavanzo tanto che l’allora premier Romano Prodi fece scattare il commissariamento della sanità nel Lazio”.
Tra le competenze della Regione rientrano i trasporti. I pendolari del Lazio viaggiano quotidianamente in condizioni indegne per un Paese civile: che cosa intende fare per rendere più efficiente questo settore?
“Sono necessarie maggiori risorse, in considerazione del fatto che il numero delle persone che utilizzano il trasporto pubblico aumenterà costantemente a causa del prezzo della benzina. Questo cambiamento può essere positivo, perché combatte l’inquinamento, ma attualmente i pendolari sono costretti a muoversi su treni molto scadenti poiché l’ex governatore Marrazzo scelse di puntare sulla manutenzione del vecchio materiale interrompendo una mia gara, indetta per acquistarne di nuovo. Inoltre, si riscontrano numerosi problemi anche sul segnalamento dei tempi di attesa dei treni. È evidente la necessità di ridefinire i contratti di servizio con Trenitalia”.
Ha parlato di “questioni antipatiche” in relazione alle recenti vicende in Regione Lazio. Qual è la sua opinione sulla passata amministrazione de La Pisana?
“Ho condiviso l’avventura della governatrice Renata Polverini, è stata una presidente capace che ha pagato colpe non sue. Ritengo che la scelta di dimettersi sia stato un atto coraggioso”.
Ha condiviso anche l’avventura del sindaco Gianni Alemanno, dopo averlo inizialmente sfidato nella corsa al Campidoglio del 2008. Si è pentito di averlo appoggiato, viste le polemiche che stanno accompagnando i cinque anni del suo mandato elettorale?
“No, al contrario ho il dovere di togliere di mezzo qualsiasi veto personale nei confronti di Alemanno. Si sta comportando molto lealmente nei miei confronti e sicuramente questo rapporto di stima e collaborazione proseguirà anche per la successiva competizione elettorale in Campidoglio. Gran parte delle decisioni che prenderemo, però, saranno in considerazione della qualità del programma”.
È innegabile, però, lo scontro interno al PdL romano tanto che uno dei consiglieri capitolini più giovani e noti, Fabrizio Santori, ha scelto di unirsi a La Destra dopo diverse attestazioni pubbliche di stima da parte sua. Crede che Santori sia la persona giusta per far rinascere la destra italiana?
“Santori è uno dei ragazzi di maggior valore nel panorama attuale e per questo è stato accolto con grande affetto da tutto il partito, ma il suo futuro dipende dal suo cammino e io non faccio l’indovino”.
È di queste ore la polemica su un video omofobo prodotto da alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, dai quali Giorgia Meloni ha pubblicamente preso le distanze. Anche lei avrebbe condannato un gesto di questo tipo con la stessa fermezza? La Destra si è spesso dichiarato contraria alle unioni gay…
“Giorgia Meloni ha fatto bene a prendere le distanze, è la stessa cosa che avrei fatto al suo posto. È necessario ricordare che un partito è rappresentato dal suo leader, non da un singolo candidato”.
Perché La Destra non ha presentato candidati all’estero? Non le interessa l’elettorato che risiede oltre confine?
“Non siamo presuntuosi, sappiamo di non avere un’organizzazione così forte da raccogliere consensi anche al di fuori dei confini. La nostra scelta è un atto di rispetto, spero che i nostri connazionali sostengano ugualmente una lista collegata al centrodestra o personalità significative, anche se appartenenti ad altri partiti”.
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