Cari amici e referenti,
l’asprezza ed i toni raggiunti dal confronto politico a cui l’attualità ci sta abituando in questo ultimo scorcio di legislatura, rischiano di aumentare la confusione ed il senso di disinteresse da parte dei cittadini e ciò risulta ancora più amplificato tra voi italiani residenti all’estero, in un momento in cui invece ci sarebbe bisogno di messaggi chiari, lucidità e dove la politica urlata, fatta di divisioni e capri espiatori, rischia di portare alla mente ben altre stagioni storiche del nostro paese.
Se la risposta allo scollamento della politica dai cittadini deve essere il populismo demagogico, c’è qualcosa che non va, e che deve essere risolta presto, ed una occasione inderogabile è offerta dalle prossime consultazioni elettorali, con le quali abbiamo l’urgenza di rimettere in chiaro e con convinzione le priorità del nostro paese dentro e fuori i suoi confini, mettendo al primo posto gli italiani e la crescita e lasciando ai margini i proclami inconcludenti che il populismo – che aleggia a destra o in posizioni indeterminate come quello dei 5 stelle – sta sollevando.
Come può nascere un progetto o una prospettiva di risanamento economico e di crescita del Paese dalle illazioni e da una continua delegittimazione delle istituzioni e dello Stato?
Che futuro può avere l’Italia svilendo il percorso di integrazione europea e l’eredità di stabilità e cooperazione maturata negli ultimi decenni con la costruzione ed il rafforzamento dell’Ue?
La risposta è “Nessuno” e lo sanno anche coloro che su quel populismo di pancia stanno costruendo i loro fantasiosi programmi elettorali. Che una volta ottenuto un ipotetico mandato, faranno cadere le loro certezze e i programmi raffazzonati come un grosso castello di carte.
Il monito che viene dall’Europa, dalla Brexit fino all’esperienza Catalana, sebbene con sfumature ed aspetti assolutamente distinti, evidenzia un messaggio chiaro: il populismo fugge i contenuti e si muove soltanto sulla linea, inutile e drammatica, della scenografia e delle frasi ad effetto facendo leva sulle paure sociali ma senza logica, programmazione e coerenza.
Le scelte di impeto e populiste, di cui la Brexit rappresenta la metafora per eccellenza, non sono vittorie da esaltare ma sono drammi, dettati dall’incompetenza e dall’assenza di lungimiranza che anche uno spirito critico verso l’UE dovrebbe necessariamente avere.
Pertanto al momento in Europa, a voi cittadini residenti all’estero, deve essere chiaro che ci si trovi dinanzi ad un bivio tra un populismo antieuropeo e popolarismo europeista.
Una scelta responsabile, attraverso approccio politico moderato, popolare ed europeista, al momento rappresenta l’unica strada percorribile se si vuole dare una prospettiva all’Europa e ad un rinnovamento delle potenzialità del nostro Paese a livello regionale.
Tutto questo anche nella direzione di esorcizzare la recrudescenza della divisione ideologica e politica ed un’idea di nazionalismo pericolosa e dalle inquietanti prospettive.
Dinanzi a noi c’è la frammentazione sociale e sistemica che il populismo potrebbe innescare, che non si limita alla semplice contrapposizione politica o banalmente parlamentare, ma rischia di compromettere la capacità economica e produttiva oltre che la credibilità del Paese con conseguenze anche su quanto di buono è stato fatto negli ultimi anni con un’accorta politica di Governo.
Voglio pertanto condividere con voi una riflessione, con la consapevolezza che se non si partecipa al processo democratico del voto non si può pretendere il cambiamento: non lasciatevi influenzare dagli sfascisti o da chi prospetta visioni surreali sul futuro del Paese, avete al momento un privilegio, quello di orientare il prossimo voto verso una lista che sia convintamente e concretamente europeista, con l’obiettivo prioritario di garantire a ciascun cittadino italiano di essere sempre protagonista attivo nel Paese in cui ha deciso di vivere.
Bisogna riscoprire il valore del rispetto verso le istituzioni, della responsabilità nei confronti dello Stato, ponendo al centro il perseguire il bene comune, lasciando ai margini le proprie ambizioni personali.
Noi stiamo lavorando proprio in questa direzione, consapevoli che al momento vi è un’unica alternativa per il futuro del Paese e per un ruolo rinnovato dell’Europa.
Bisogna rimettere al centro l’Italia, protagonista di un’Europa nuova e competitiva. In questo momento la priorità è il pragmatismo: c’è bisogno di più Europa.
Siamo consapevoli che non sarà facile e che la congiuntura attuale presenta dei tratti di complessità tali da rendere anche il confronto tra istituzioni e cittadini, rappresentanti parlamentari e società civile, non sempre lineare ed immediato, ma i prossimi giorni – che in una sintesi simbolica rappresentano la conclusione dell’anno e della legislatura – devono essere l’occasione per fare un bilancio ed un’analisi che si dirigano verso una lucida riflessione su ciò che è meglio per il nostro Paese e per il suo futuro.
Con questa consapevolezza, unita ad un sincero invito alla riflessione che voglio augurare buon Natale a Voi e a Vostri cari.
*senatore eletto nella ripartizione estera Europa
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