Scrive LA STAMPA: "Politicamente, e’ come se un’onda si ritirasse lasciando qualche alga sparsa sul bagnasciuga. Eppure c’era stato un momento, non tanto lontano, dove quella stessa onda si era spinta impetuosa a lambire le capitali del potere ‘rosso’. (…) ‘Altri tempi’, sospirano tristi dalle parti di Arcore, dove tra ricordi e rimpianti la de’bacle di questa tornata non e’ giunta del tutto inattesa. Specie la cacciata di Alemanno dal Campidoglio. Per cui ieri ad Arcore non si e’ udito alcuno sfogo iroso del leader, ne’ si annunciano gesti inconsulti tipo rovesciare il tavolo del governo. L’equilibrio politico, con le vacanze dei politici che si avvicinano, non corre il minimo rischio. Il Pdl non e’ piu’ in grado di eleggere sindaci perche’, come da mesi denuncia inascoltato Cicchitto, manca di radici sul territorio. Da ‘partito di plastica’, specie al Nord si e’ trasformato in partito-fantasma. Le rare volte in cui mostra il suo vero volto, offre un tale show di faide interne e di orrori (vedi Fiorito) da provocare disgusto. ‘Siamo poco berlusconiani e molto imborghesiti’, stila una diagnosi l’amazzone Biancofiore. ‘Berlusconi ci ha viziati’, ammette quale responsabile dell’organizzazione la Santanche’, ‘per noi i voti li ha sempre presi lui’, col risultato che nessuno si sacrifica piu’. Servirebbe, spiega, ripartire da zero: ne parlera’ stamane a Villa San Martino. Bondi, che nell’ammirazione del Capo non e’ secondo a nessuno, taglia corto: ‘Il Pdl vince se c’e’ il carisma di Berlusconi’, ma stavolta mancava perche’ Silvio non puo’ certo candidarsi in tutti i comuni d’Italia".
"In casa Pd – scrive il CORRIERE DELLA SERA – e’ il giorno dell’orgoglio ritrovato, il giorno in cui Pier Luigi Bersani affida a un tweet il suo stato d’animo e rivela come l’ex segretario non abbia alcuna intenzione di ritirarsi ai giardinetti: ‘Vittoria strepitosa. Aspetto naturalmente che qualcuno dica che il Pd ha perso o che si e’ vinto nonostante il Pd’. Ed e’ il giorno in cui Guglielmo Epifani, sia pure attento a non sgualcire l’immagine del traghettatore modesto e misurato, prova a prendersi la sua parte di merito per il cappotto al centrodestra: ‘Il mio contributo? Essere stato vicino al territorio’. Il segretario e’ felice, festeggia la ‘giornata importante’ e rimanda le polemiche, schivando le domande sul ruolo di Matteo Renzi. ‘Lasciamo stare le nostre discussioni, per qualche giorno…’. Ma il sindaco e’ in campo e lancia la sfida delle primarie aperte, determinato a non farsi ‘fregare’ anche stavolta. Letta e’ sollevato, per lui il voto stabilizza le larghe intese. Epifani invece risponde con prudenza: ‘Sono elezioni diverse. Il governo? In effetti e’ sempre complicato poterlo dire, ma non c’e’ dubbio che il voto dia una spinta in piu’ alle posizioni e al ruolo che il Pd ha nel Paese’. Eppure ai piani alti del Nazareno c’e’ preoccupazione per i troppi voti che, insiste Renzi, continuano a finire nel buco nero dell’astensione. E a nessuno sfugge che il trionfatore di Roma sia un ex senatore che non ha votato il governo Letta e che, per gran parte della campagna elettorale, si e’ tenuto a distanza di sicurezza dal Pd. Non a caso Epifani definisce Marino un ‘candidato atipico’ e ricorda, con un pizzico di imbarazzo, che il nuovo sindaco non viene dalla luna: ‘Fa parte a pieno titolo dei dirigenti del Pd. Poi lo fa a suo modo…’".
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