Roma – Matteo Bragantini per la Lega, Marco Causi per il Pd e Francesco Paolo Sisto per Forza Italia. Sono questi, secondo Openpolis, i primi tre deputati più produttivi di Montecitorio. Fanalino di coda, invece, per gli azzurri Antonio Angelucci, Rocco Crimi e Piero Longo.
Tra i colleghi di Palazzo Madama, invece, i primi per produttività sarebbero Loredana De Petris, del gruppo Misto, Giorgio Pagliari del Pd e il leghista Roberto Calderoli. Chiudono la classifica anche in questo caso tre berlusconiani, Niccolò Ghedini, Denis Verdini e Stefano Bertacco.
Sono i nomi che emergono consultando openparlamento.it, la piattaforma web aggiornata quotidianamente con la quale dal 2007 l’associazione Openpolis, grazie all’utilizzo di open data, documenta e mette in rete e a disposizione di ogni cittadino i numeri relativi all’attività dei politici italiani e l’indice di produttività parlamentare, in base a parametri precisi come il numero, la tipologia, il consenso e l’iter degli atti presentati.
Scopriamo così che i primi dieci per produttività alla Camera, oltre ai già citati della ‘triade’ iniziale, sono i leghisti Massimiliano Fedriga e Paolo Grimoldi, la democratica Donatella Ferranti, il forzista Guglielmo Picchi, il leghista Nicola Molteni, il Pd Emanuele Fiano e ancora il leghista Filippo Busin.
Gli ultimi dieci, esclusi i già citati Angelucci, Crimi e Longo, sono il Pd Gianluca Fusilli, gli azzurri Daniela Santanché e Marco Martinelli, il Pd Francantonio Genovese, Carmelo Lo Monte di Per l’Italia e gli azzurri Gianfranco Rotondi e Roberto Occhiuto.
In cima all’indice di produttività del Senato troviamo i democratici Anna Finocchiaro e Giorgio Santini, l’Ncd Federica Chiavaroli, l’azzurro Francesco Nitto Palza, Enrico Buemi del gruppo per le Autonomie, l’ex Ncd Maurizio Sacconi e il democratico Felice Saccon.
In fondo alla classifica, invece, si leggono i nomi dei berlusconiani Sandro Bondi e Riccardo Conti, Marino Germano Mastrangeli del gruppo Misto, gli Ncd Ulisse Di Giacomo, Paolo Bonaiuti e Renato Schifani e, infine, l’azzurro Alfredo Messina.
Va sottolineato, però, che sono esclusi dall’indice di produttività le attività anche rilevanti che alcuni parlamentari svolgono per gli incarichi necessari al funzionamento della macchina politica e amministrativa del Parlamento come commissioni, gruppi, comitati, giunte, collegi e uffici di Camera e Senato.
Nella classifica dei più produttivi svettano naturalmente quei parlamentari che ricoprono le funzioni di presidenti di Commissione, relatori su proposte di legge e capogruppo di aula e commissione. Come spiegano gli stessi ideatori dell’indice sul proprio sito “nel contesto generale della produzione legislativa, ad oggi principalmente in mano al governo, diventa sempre più fondamentale per Deputati e Senatori accaparrarsi le cosiddette key position, quelle posizioni che per forza di cose dovranno influenzare il processo di approvazione di un qualsiasi disegno di legge, anche se di iniziativa governativa. È sempre importante ricordare però che non tutti i membri di Palazzo Madama e Montecitorio sono uguali, non tutti hanno le stesse responsabilità e soprattutto non tutti producono allo stesso modo”.
Il senso dell’iniziativa è conoscere la reale operatività delle persone che siedono in Parlamento su nostro mandato e scovare chi, invece, diserta l’aula quando è il momento di votare. I motivi di assenza, però, possono essere molteplici, vanno dalla missione a quelli puramente personali o di salute e non sono tenuti in considerazione da Openpolis, che registra semplicemente l’espressione o meno del voto e non la presenza fisica in aula.
Scopriamo così che, tra i nomi di chi si assenta regolarmente quando c’è da esprimere un voto, il primo è ancora Antonio Angelucci, con 7395 assenze su 7479 voti, il 98,99 per cento, seguito da Marco Martinelli, sempre di Forza Italia, con il 94.12 per cento, 7039 assenze su 7479 voti, e Rocco Crimi, 92.59 per cento delle assenze, 6925 su 7479.
I più presenti a Montecitorio sono, invece, i democratici Cinzia Fontana e Giuseppe Guerini, con il 100 per cento delle presenze, e Tino Iannuzzi con una sola assenza dall’inizio della legislatura.
I più assenteisti a Palazzo Madama sono ancora una volta tre berlusconiani doc, con un Nicolò Ghedini assente nel 99.24 per cento delle votazioni, 7920 su 7981, Giulio Tremonti con l’86.42 per cento, 6897 assenze su 7981 da esprimere, e Denis Verdini con l’85.39 per cento delle assenze, 6815 voti mancati su 7981.
I più presenti in Senato sono il Pd Carlo Pegorer con sole 12 assenze su 7981, il collega di partito Federico Fornaro, 14 assenze su 7981, e ancora un democratico, Gianluca Rossi, 24 assenze su 7981.
Dalla classifica emerge anche che alcuni deputati e senatori votano non di rado in dissenso con il proprio gruppo. Vincitore di questa singolare classifica è il deputato leghista Rudi Franco Marguettaz, primo con 3749 voti ribelli. Sono i forzisti e i leghisti a distaccarsi più spesso dal proprio gruppo nell’espressione del voto, tanto che tra i primi venti parlamentari che hanno espresso voti ribelli ben 16 appartengono a questi due partiti, mentre democratici e grillini appaiono come i più fedeli.
Ancora secondo l’indice di produttività realizzato da Openpolis, oltre ai componenti dei gruppi misti, i parlamentari del Partito Democratico e quelli del Movimento5stelle sono gli eletti che presentano un minor numero di voti in dissenso come, solo per fare un esempio, nel caso dei deputati Guglielmo Epifani e Antonello Giacomelli, nessun voto ribelle, e dei penta stellati Vincenzo Caso, un solo voto ribelle, e Paola Carinelli e Fabiana Dadone, due voti ribelli. Stesso numero per l’eletta all’estero Laura Garavini.
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