"Ho i miei acciacchi, e alla mia eta’ gli acciacchi si sentono. Ma sto nelle mani di Dio e fino ad ora ho potuto tenere un ritmo di lavoro piu’ o meno buono". Cosi’ Papa Francesco ha risposto a una domanda della vaticanista (e sua biografa) Elisabetta Piquet sul tema della sua salute. Riguardo al viaggio in Argentina, che tutti i suoi connazionali aspettano, il Papa si limita a dire "forse nel 2016" e spiega di voler restar efuri da ogni possibile strumentalizzazione elettorale: "In vista delle elezioni in Argentina – afferma – per non interferire con questo processo, non ricevo piu’ i politici in udienza privata".
Nell’intervista pubblicata da "La Nacion" e tradotta in italiano dal sito "Vaticaninsider", Francesco racconta i suoi sentimenti prima della rinuncia di Benedetto XVI, quando pensava di essere destinato presto a diventare arcivescovo emerito di Buenos Aires avendo superato i 75 anni. "Prima di venire – rivela – qui, mi stavo ritirando. Quando sarei tornato a Buenos Aires, ero rimasto d’accordo con il nunzio di cominciare a fare la terna per la successione perche’ alla fine del 2013 arrivasse il nuovo arcivescovo. Avevo la testa fissa ai confessionali della chiesa dove sarei dovuto andare a confessare. Avevo anche il progetto di passare due o tre giorni alla settimana nel santuario di Luj¡n, e il resto a Buenos Aires, perche’ Lujan e’ significativo per me e le confessioni a Luj¡n sono una grazia. Quando sono arrivato qui, ho dovuto iniziare tutto da capo. E una cosa mi sono detto fino dal primo momento: ‘Jorge, non cambiare, continua a essere lo stesso, perche’ cambiare alla tua eta’ significa essere ridicolo’". "Per questo – conclude Bergoglio – ho mantenuto quello che facevo a Buenos Aires, con gli errori che questo puo’ presupporre. Ma preferisco essere cosi’ come sono. Evidentemente questo ha prodotto qualche cambio nel protocollo".
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