Verso un nuovo CGIE. Su 43 consiglieri eletti in 17 diversi Paesi, almeno 13 appartengono al mondo dei sindacati e dei patronati. Non sono pochi: oltre il 25% degli eletti arriva da lì. A questi si sommano poi quelli di nomina governativa: patronati e sindacati nel nuovo Consiglio Generale degli Italiani all’Estero nominano 6 consiglieri.
Tra gli eletti che appartengono all’universo sindacale troviamo per esempio Eleonora Medda (Inca CGIL eletta in Belgio) e Fernando Marzo (Acli, eletto in Belgio). In Francia c’è Carlo Erio (Acli), Sebastiano Urgu (Coordinatore Nazionale dell’ITAL UIL France), Maria Chiara Prodi (Acli Parigi) ed Enrico Musella (Acli Nizza).
In Olanda Andrea Mantione è delle Acli, Pino Maggio in Germania è dell’Ital Uil, Rocco Di Trolio in Canada è Inca-CGIL. Degli eletti in Brasile due su tre arrivano dai patronati (Rita Blasioli Costa, Acli, e Cesare Villone, Ital Uil). In Uruguay Renato Palermo rappresenta l’Inca-CGIL.
ECCO IL NUOVO CGIE, TRA NOVITA’ E CONFERME
Insomma, la presenza all’interno del CGIE di persone legate ai mondo dei patronati italiani all’estero è abbastanza forte.
Nella stragrande maggioranza dei casi appartengono a sigle di sinistra, facile capire dunque che questo CGIE – a forte carattere europeo – sarà, come lo era quello andato in pensione, colore rosso fuoco. Questo considerando anche che tra i consiglieri eletti ci sono persone che indossano da tempo una casacca politica targata Pd (vedi Silvana Mangione negli Usa o Michele Schiavone e Maria Bernasconi in Svizzera, il primo segretario Pd Svizzera e la seconda presidente Pd Svizzera, o ancora Paolo Da Costa, Tesoriere PD Svizzera: sono solo degli esempi).
Entro dicembre dovrebbe essere indetta la prima assemblea plenaria del Consiglio, che con le nuove regole si riunirà a Roma solo una volta l’anno. C’è chi dice che i nuovi arrivati non avranno neppure il tempo di sedersi e capire dove si trovano. Ma da subito potranno scrivere sul proprio biglietto da visita “Consigliere CGIE”. Una bella soddisfazione. Per loro.
AGGIORNAMENTO: al contrario di quanto affermato in questo articolo, Maria Chiara Prodi non fa parte delle Acli Francia: “non sono del mondo dei patronati”, dichiara in un tweet e inoltre, spiega, “mi sono candidata da esterna”.
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