La fisica italiana ha brindato al Nobel per la fisica e a se stessa: se il premio e’ andato ai fisici teorici Peter Higgs e Francois Englert, che nel 1964 avevano previsto l’esistenza del bosone di Higgs, la motivazione cita i due esperimenti che hanno visto la particella, chiamati Cms e Atlas e condotti nell’acceleratore piu’ grande del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra. ”L’acceleratore Lhc e’ stato pensato da un italiano, Carlo Rubbia, e un altro italiano, Luciano Maiani, e’ riuscito a portare a destinazione io progetto”, osserva il presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Fernando Ferroni.
”Gli italiani – prosegue – hanno costruito le parti piu’ importanti dell’acceleratore, come il calorimetro che ha permesso di vedere il bosone di Higgs”. Erano italiani anche i due rappresentanti degli esperimenti all’epoca della scoperta della particella, Guido tonelli e Fabiola Gianotti. ”Per scoprire il bosone ci voleva un’impresa grande come l’Lhc: senza non si sarebbe potuto fare nulla”, aggiunge. E’ una storia importante perche’, prosegue Ferroni, e’ ”la prova di come investire a lungo termine alla fine premia, richiede tanta pazienza, ma non bisogna scoraggiarsi”. E’ anche una storia, prosegue, che ”contiene tutti gli elementi caratteristici del metodo scientifico” e che parla molto anche dell’Europa: ”dimostra come nella fisica delle particelle la ricerca sia molto piu’ avanti rispetto a quella americana”. Dello stesso avviso anche Luciano Maiani.
Ex presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e direttore generale del Cern di Ginevra, Maiani vede nel Nobel per la Fisica un riconoscimento alla fisica europea, che grazie all’acceleratore Lhc ha lasciato indietro quella americana. ”Il bosone di Higgs – ha detto – era nel posto peggiore che si potesse immaginare. Se questa particella fosse stata piu’ pesante forse la ricerca americana avrebbe potuto farcela, invece si trovava nel punto piu’ ‘maligno’ e fortunatamente l’Lhc era stato progettato per trovarlo ovunque fosse”. L’unico rammarico e’ quello condiviso in questi giorni dall’intera comunita’ scientifica: ”peccato che il Nobel non possa andare a gruppi di lavoro”, ha concluso Maiani riferendosi al regolamento della Fondazione Nobel che prevede che il premio venga assegnato esclusivamente a persone. ”Nella scoperta del bosone di Higgs – ha osservato – i gruppi di ricerca sperimentali che hanno lavorato ai rivelatori dell’acceleratore e all’analisi dei dati sono stati davvero gli autori di una grande impresa”.
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