Nella corsa alla segreteria del Partito Democratico continua a tenere banco il futuro del governo Letta. Oggi il quotidiano "La Repubblica" parla di un patto già stipulato tra Enrico Letta e Matteo Renzi per fare in modo che l’esecutivo possa arrivare fino alla sua scadenza, stabilita per la primavera del 2015. Un accordo che avrebbe avuto il via libera anche di Angelino Alfano e che avrebbe come architrave la riforma della legge elettorale, con un doppio turno alla francese, e l’abolizione del bicameralismo perfetto. Sul giornale diretto da Ezio Mauro si parla di una lunga telefonata tra il premier e il sindaco di Firenze. In giornata la secca smentita di Palazzo Chigi: "Enrico Letta – si legge in una nota – è stato sempre assolutamente rispettoso del percorso del Pd e del dibattito congressuale e quindi fino al risultato delle primarie del partito non farà patti né riservati né alla luce del sole con nessuno dei tre candidati".
Matteo Renzi, dal canto suo non smentisce né conferma, ma continua a far sentire forte la sua voce: "La maggioranza – scrive su Facebook – si è fatta più piccola e adesso all’opposizione ci sono due professionisti della protesta come Grillo e Berlusconi. O il governo Letta si mette a fare le cose che servono all’Italia oppure la disoccupazione continuerà a crescere. La crisi continuerà a mordere. E il Pd perderà le elezioni". Il presunto accordo tra Renzi e Letta non è piaciuto a Gianni Cuperlo, anch’egli candidato alla guida del Pd: "Non m’interessa questo patto, a me interessano solo il lavoro e la sinistra. Certo non si risolvono i problemi della sinistra italiana con una telefonata e un patto tra il sindaco di Firenze e il presidente del Consiglio. Se Renzi diventasse segretario – aggiunge comunque il deputato del Pd – lo sosterrei lealmente, ma le nostre idee sono e resteranno in parte diverse. La coerenza con se stessi e con le proprie convinzioni è per me la premessa di ogni lealtà".
Chi non usa giri di parole nel delineare il futuro del governo e della maggioranza che lo sostiene è il terzo candidato segretario, Giuseppe Civati: "Se vincessi cambierebbe il mondo e tutte le porte si aprirebbero. Sicuramente il governo Letta non avrebbe vita lunga. Penso che anche Renzi – ironizza il deputato lombardo – nel segreto dell’urna voti per me perché sono l’unico che punta a mandare a casa le larghe intese". Nonostante la maggior parte dei sondaggi continuino a considerare l’ex rottamatore il favorito numero uno nella corsa alla segreteria, Civati ostenta sicurezza: "Per Laura Puppato io vincerò le primarie col 41% delle preferenze e Renzi arriverà secondo col 38%? Bisogna prendere per buone le sue previsioni, perché Laura, a differenza di altri, ci azzecca".
Intanto, a gettare benzina sul fuoco dello scontro interno sono le dichiarazioni dell’ex tesoriere dei Ds, ora senatore e sostenitore di Gianni Cuperlo, Ugo Sposetti: "Se venissero chiusi tv e giornali per tre giorni, le primarie dell’8 dicembre le vincerebbe Gianni Cuperlo. Renzi è un tipo che parla per slogan, io se lo vedo in tv cambio canale, in troppi invece restano incollati al video. Pippo Civati? Non mi piace, è il tappetino di Renzi e dice solo cose che portano acqua al sindaco di Firenze. E poi ha speso troppo in questa campagna per le primarie". Parole che hanno fatto infuriare i sostenitori due candidati tirati in ballo. "Non accettiamo lezioni di trasparenza – afferma Paolo Cosseddu, coordinatore della campagna di Civati – da chi sostiene un candidato che non sta rendicontando agli elettori quanto raccoglie e come lo spende. Gianni Cuperlo è l’unico dei tre candidati a non aver reso queste informazioni disponibili online".
"Le parole di Sposetti sulla libertà – aggiunge il deputato del Pd Federico Gelli – sono a dir poco imbarazzanti. Ci auguriamo che Gianni Cuperlo prenda subito le distanze dal suo sostenitore. L’idea di democrazia che ha Sposetti assomiglia terribilmente a quella dei regimi sovietici, dove i giornali e le tv vengono chiusi per fare spazio solo alla propaganda. Fortunatamente le primarie del Pd sono un’altra cosa e se l’8 dicembre i cittadini andranno a votare Matteo Renzi finalmente si cambierà passo".
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