Anche questo sermone di fine anno di Napolitano è da archiviare. Ha detto le solite cose che ripete da anni con l’aria di salvatore della patria e di buon padre di famiglia: la nostra economia è in fase di stallo, aumenta la disoccupazione e così via. Viene da chiedersi pertanto a cosa siano serviti i suoi 3 governi se la situazione, tutto sommato, è peggiorata. Sorprende inoltre quel "ciascuno faccia la sua parte al meglio", per cui mi domando come abbia fatto lui la sua parte, sia come politico sia come Presidente, circondato da benifit di ogni sorta, e come abbiano potuto farla quelli che da anni percepiscono pensioni da fame.
Per me passerà alla storia come il peggior e più fazioso presidente della nostra storia repubblicana. Per avere la dimensione di questo personaggio non è necessario enumerare i suoi trascorsi da giovane, da uomo politico e da capo di stato pieni zeppi di non ricordo, non sapevo, di silenzi di comodo e di scheletri nell’armadio; basta ed avanza rammentare la dolorosa storia di Eluana Englaro. La storia di questa ragazza divise le coscienze degli italiani e, soprattutto, il mondo politico.
Eluana, a seguito di un incidente, visse in stato vegetativo per circa 17 anni fino alla morte naturale avvenuta il 9/2/2009, dopo che la magistratura accolse la richiesta della famiglia di interrompere l’alimentazione forzata considerata un inutile accanimento terapeutico. Il governo di allora, presieduto da Berlusconi, tentò di decretare che almeno venisse idratata, ma intervenne Napolitano che giudicò il caso non urgente. La ragazza morì due giorni dopo nell’indifferenza delle istituzioni che hanno giudicato il caso "non urgente"; nella vicenda, anche la magistratura ha avuto un ruolo non edificante.
Eluana morì da sola nella stanza che l’ospedale aveva preparato per il suo ultimo viaggio, senza avere neanche una persona ad assisterla, aveva accanto solo il suo amato peluche. La sua "tanto attesa" fine fu annunciata al personale dell’ospedale dal suono di un campanello.
Forse nella mia famiglia non saremo progressisti e civilmente corretti, ma abbiamo sempre avuto quel minimo senso di moralità di non far morire i nostri animali (cani) senza la nostra presenza.
Di questo fatto, avvenuto il 9/2/2009, dobbiamo vergognarci tutti, in primis chi per fede politica e gioco di parti lo definì non urgente, con la speranza che quanto accaduto ci possa far riflettere e riguadagnare il titolo di paese civile. Da allora sono passati circa 6 anni, ma ho l’impressione che la strada da fare, per far guadagnare all’Italia il titolo di Paese civile, sia ancor più lunga e difficoltosa.
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