Lo scontro generazionale divenuto cronico con la pesante crisi economica, investe ormai non solo padri e figli ma anche nonni e nipoti. Ed e’ impellente il bisogno di fare piazza pulita di quegli orpelli mentali e ideologici che saldati all’ egoismo e al particolarismo bloccano il rinnovamento e la possibile rinascita del paese. Da qui il monito di Giorgio Napolitano che ha invocato un ‘patto tra generazioni’ per realizzare finalmente una societa’ piu’ giusta e quindi piu’ forte e solidale.
Per il presidente della Repubblica, l’attuale grave congiuntura economica impone un ulteriore impegno delle istituzioni e della collettivita’ nel difendere e nel salvaguardare la vita e la dignita’ delle persone anziane, oggi ancor piu’ impegnate a mantenere salda la tenuta sociale del Paese: ‘Si tratta di una grande sfida di solidarieta’ che intende superare particolarismi ed egoismi attraverso un patto fra le generazioni che sia foriero di un modello di sviluppo sostenibile per la costruzione di una societa’ piu’ giusta, piu’ coesa e piu’ inclusiva’. Il messaggio e’ stato lanciato in occasione della cerimonia di chiusura dell’Anno europeo dell’invecchiamento attivo, e sul tema si e’ registrata l’ennesima sintonia con il premier Mario Monti che come proseguendo il ragionamento del Colle, ha spronato tutti a vincere e superare la chiusura mentale al cambiamento, a gettare alle ortiche quel ‘conservatorismo’ che non e’ solo degli anziani ma che invece attraversa le generazioni e sbarra la strada al rinnovamento. ‘La nostra mentalita’ e’ chiamata a fare i conti con nuove prospettive, nuove visuali. Il conservatorismo non e’ prerogativa di un’eta’ della vita, bensi’ di una data stagione, di una certa collettivita’. C’e’ bisogno di vincere la chiusura mentale al cambiamento e impostare in modo nuovo il volgere del tempo, senza ipocrisia, guardare al cambiamento con rispetto ma senza paura, come fonte di nuove opportunita’ e non di spaventose minacce’, ha detto Mario Monti alla cerimonia sull’invecchiamento attivo. Quasi una premessa per tornare a parlare della necessita’ di gestire in modo nuovo la sanita’ pubblica che ‘ha dato un contributo determinante’, ma ora deve essere ripensata ‘in vista di una rimodulazione’ e di ‘adattamenti di cui dobbiamo avere consapevolezza’. ‘Dobbiamo imparare a gestire il divenire del processo demografico in corso in modo piu’ efficiente’.
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