Va dal Pd al Pdl passando per Moderati e Fratelli d’Italia, senza dimenticare ovviamente ‘Panorama’ e la Mondadori tutta, a partire dal presidente Marina Berlusconi, la preoccupazione per la condanna a 8 mesi di reclusione senza sospensione condizionale della pena inflitta dal Tribunale di Milano al direttore di Panorama Giorgio Mule’ per la presunta diffamazione ai danni del procuratore di Palermo, Francesco Messineo, per un articolo pubblicato nel 2010. Condannato a un anno di carcere anche il giornalista Andrea Marcenaro, autore dell’articolo su Messineo dal titolo ‘Ridateci Caselli’.
A spada tratta la difesa del direttore fatta da Marina Berlusconi: ‘La liberta’ di stampa – ha dichiarato – non puo’ essere chiusa in una prigione. La critica, anche la piu’ dura, a patto che non scada nell’insulto o nella menzogna, e’ il sale del confronto democratico, al quale nessuno puo’ pensare di sottrarsi’.
Solidarieta’ bipartisan a Mule’ e Marcenaro e’ stata poi espressa da molti esponenti politici. Ricordando il caso Sallusti, Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl, ha detto che ‘non c’e’ bisogno certo di ergersi a paladini per scandalizzarsi di questo cortocircuito giudiziario’. Questo ‘ennesimo attacco alla liberta’ di stampa’ per Brunetta e’ anche ‘frutto anche del fallimento della trattativa politica per rivedere il sistema delle pene per diffamazione’.
Solidarieta’ ai giornalisti anche dal capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni e da Mara Carfagna, portavoce dei deputati Pdl, che ha chiesto di abolire il carcere per la diffamazione, cosi’ come lo ritiene ‘esagerato’ il leader dei Moderati, alleati del Pd, Giacomo Portas, per il quale mandare in galera i giornalisti e’ ‘una follia’. ‘In questo paese – gli ha fatto eco il senatore Pd, Stefano Esposito – c’e’ una pericolosa deriva che strozza la liberta’ di stampa’.
Preoccupati per la condanna dei colleghi, i fiduciari di Panorama ‘si appellano alla Federazione Nazionale della Stampa per una presa di posizione chiara in difesa della liberta’ di stampa ‘sempre piu’ minacciata dai poteri forti’. E la Fnsi si fa sentire, definendo la sentenza ingiusta e grave: ‘Bisognerebbe poterla portare subito davanti alla Corte di giustizia europea per i diritti umani di Strasburgo per ottenerne il sicuro annullamento’.
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