Beppe Grillo vola nei sondaggi. E fa innervosire la politica. Dopo il successo del movimento cinque stelle alle amministrative, cresce il numero degli italiani che si dichiarano pronti a votarlo.
L’ultima rilevazione della Swg assegna al M5S il 17 per cento dei consensi. Un dato che diventa ancora piu’ clamoroso se confrontato con quello degli altri partiti: se si votasse oggi, quella del comico-leader genovese diventerebbe la seconda forza politica del paese, dopo il Pd (al 24 per cento) e prima del Pdl, precipitato al 16 per cento.
Numeri da brivido, sopratutto per il partito di Berlusconi, costretto a inventarsi una strategia alternativa in corsa per invertire la tendenza al tracollo. Ma anche per gli altri partiti, che devono fare i conti con chi avevano esorcizzato come campione dell’antipolitica e che oggi li obbliga a confrontarsi con le sue parole d’ordine. Si spiega solo con Grillo, per esempio, la solerzia della Camera nel tagliare i finanziamenti pubblici ai partiti; e sempre il fantasma di Grillo e’ dietro alla decisioni dell’Idv e della Lega di opporsi a quella riforma perche’ troppo tiepida.
Sono contromosse che non scalfiscono la sicurezza del comico-leader, semmai piu’ preoccupato dalle tensioni che stanno emergendo nel suo movimento e che vengono enfatizzate dai partiti avversari nel tentativo di convincere gli elettori che il M5S non e’ esente dai vizi della politica.
Il Pd, scottato dalla ‘non vittoria’ di Parma, gira il coltello nella piaga dello scontro tra Grillo e il sindaco Pizzarotti sulla nomina del nuovo direttore generale : Davide Zoggia, responsabile del Pd per gli enti locali, sostiene che nel M5S ‘ è in corso una guerra in piena regola per l’assegnazione dei posti’ con un revival dei ‘vecchissimi riti della repubblica’. Non e’ da meno il Pdl che vede nella dialettica tra Grillo e Pizzarotti ‘un durissimo scontro politico’ (Cicchitto) e ‘l’approdo di questo movimento nella galassia dei partiti in lite interna per il posto’ (Gasparri).
Diverso l’approccio dell’Idv,il cui elettorato e’ piu’ vicino a quello di Grillo. Di Pietro gioca la carta della concretezza, accusando il M5S di limitarsi alla protesta : ‘Noi – dice – ci proponiamo di costruire una alternativa e non di sfasciare l’esistente: passando dalla protesta alla responsabilita’, con i piedi piantati per terra’.
Ma non c’e’ solo Grillo a turbare i sonni dei politici italiani. Un annuncio dopo l’altro Luca Cordero di Montezemolo continua la sua marcia di avvicinamento anche se l’indecisione sul suo ruolo e sulla sua collocazione lo frenano nei sondaggi.
Fermo, secondo l’SWG, a un 3,5 per cento di voti potenziali il presidente della Ferrari continua pero’ a essere l’oggetto del desiderio di molti: in primo luogo dell’Udc, che da quando si e’ cominciato a parlare di un suo impegno in politica ha tessuto una fitta rete di contatti nella speranza di convincerlo a fare squadra con Casini ; ma anche del Pdl, dove non sono pochi quelli che lo vorrebbero come candidato premier.
Da giorni continua il pressing del Pdl , a suon di ‘Montezemolo non potra’ che collocarsi nell’area dei moderati’. Il problema e’ che il tam tam della politica rilancia da giorni la voce secondo cui Montezemolo avrebbe posto come condizione per un’alleanza con il Pdl una uscita di scena di Berlusconi. Voce smentita oggi da Alfano, secondo cui non esistono veti contro il Cavaliere ne’ da parte del presidente della Ferrari ne’ da parte di Casini. Montezemolo, per ora, fa il pesce in barile e evita di pronunciarsi. Intanto incassa il sostegno di Flavio Briatore, suo concorrente sulle piste di Formula 1 ma disposto a sostenerlo nella corsa del 2013 per il governo.
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