Chiude i battenti questa sera l’edizione numero 82 di Pitti Uomo e arrivano le prime stime ufficiali sulla presenza dei buyer: leggero ma confortante aumento dei punti vendita esteri (l’insieme dei paesi esteri nel 2011 segno’ un quasi + 8% rispetto all’anno prima ancora) e un facilmente prevedibile calo di circa il 12% degli italiani, tra cui si confermano tutte le migliori boutique, senza eccezioni.
La classifica dei paesi esteri in termini di presenze vede in testa la Germania (stabile), seguita da Giappone (aumento), Spagna(calo), Gran Bretagna (aumento), Francia (stabile), Usa (aumento), Cina e Corea(entrambe con piu’ punti vendita e meno persone), Olanda (calo), Russia(aumento), Turchia (aumento).
Stabili Hong Kong e Taiwan, Polonia e Ucraina; in aumento Brasile, India, Sudafrica e Messico; in flessione Grecia, Portogallo, Belgio e Svizzera.
‘Abbiamo registrato un’atmosfera molto positiva in questi giorni in Fortezza da Basso – dice Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine – e i primi commenti che ho raccolto tra espositori e compratori mi confermano questa impressione. Le aziende hanno fatto un lavoro straordinario in termini di ricerca, di innovazione sul prodotto, di riposizionamento di mercato, di attenzione ai costi. Per l’Italia questo e’ un periodo difficile, soprattutto per i consumi. Il sistema distributivo della moda sta cambiando rapidamente e continuera’ a cambiare. Il dettaglio indipendente, che e’ stato uno dei fattori storici della forza della moda italiana, sara’ sempre una colonna portante del sistema, ma con un minor numero di negozi: certo piu’ strutturati, con superfici piu’ grandi e con un’offerta piu’ articolata. Cresceranno quelli piu’ attenti alle novita’ e ai gusti del pubblico, quelli in grado di fornire piu’ servizi e di cavalcare le nuove tecnologie e i nuovi media. I dati di affluenza a Pitti Uomo non possono e non potranno non registrare questi cambiamenti: non sono affatto preoccupato, sono realista e credo che ogni tanto gli scossoni siano salutari’.
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