"Più che delle reazioni del Pdl sono preoccupato delle reazioni del Pd, vorrei capire cosa dirà". Pippo Civati, candidato alla segreteria dei democratici, non nasconde la tensione con cui il Pd sta attendendo la sentenza della Cassazione sul processo Mediaset. Il verdetto non arriverà prima di domani sera o giovedì mattina ma il deputato dem si spinge già a sostenere che "se Berlusconi fosse condannato sarebbe un problema anche senza l’eventuale ‘azione eversiva’ messa in atto dai pidiellini. Coinvolgerebbe il rapporto di alleanza. Non tutto quello che succede può essere sempre accolto con un’alzata di spalle". In effetti l’attesa a largo del Nazareno (e a Palazzo Chigi) cresce. La posizione ufficiale del Pd è quella del "rispetto per la sentenza", sia essa di condanna o di assoluzione. Contemporaneamente si moltiplicano gli appelli a scindere i guai giudiziari di Berlusconi con il sostegno al governo Letta. "Chi oggi nella destra e nella sinistra – afferma il deputato Dario Ginefra – pensa di utilizzare per finalità politiche la pronuncia della Cassazione viene meno ad un patto assunto con il presidente della Repubblica, che aveva posto l’interesse del tricolore sopra quello di ogni altra bandierina".
Nel Pd il timore è che, davanti ad una condanna di Berlusconi, scatti il ‘liberi tutti’ e non si riesca a trovare una posizione unitaria. Per questo, durante l’ultima Direzione nazionale, il segretario Guglielmo Epifani ha annunciato che "a valle della sentenza sarà convocata un’altra riunione" per capire come comportarsi. Gli occhi, anche questa volta, sono puntati sulle mosse degli uomini che fanno capo al sindaco di Firenze Matteo Renzi. "Tutti i leader dicono che non succederà niente, vediamo… La cosa importante secondo me è che bisogna garantire al governo di andare avanti", avverte il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio, l’uomo più vicino all’ex rottamatore all’interno dell’esecutivo. I renziani saranno gli ultimi a chiedere al governo Letta di andare via, "ma se Berlusconi sarà condannato – chiarisce un altro esponente renziano di primo piano, Paolo Gentiloni – e i parlamentari del Pdl avranno una reazione eversiva, cioè se abbandonassero il Parlamento, il governo salterebbe".
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