"Chiudere il Centro di accoglienza per rifugiati politici di Mineo e mettere le navi a difendere i confini", anche perche’ i dispositivi "Triton e Mare Nostrum sono delle porcherie". Sono le linee guida della Lega contro l’immigrazione dettate da Matteo Salvini dopo una visita al Cara di Mineo, nel Catanese, il piu’ grande d’Europa, che per il leader della Lega e’ figlio "del business dell’immigrazione" fatto "sulla pelle dei nuovi schiavi". E a chi, a voce alta, gli contesta che il "Villaggio della solidarieta’", come lo defini’ l’allora premier Silvio Berlusconi, e’ stato aperto quando era ministro dell’Interno il suo compagno di partito Roberto Maroni, lui replica: "E’ nato per affrontare una situazione di emergenza, ma adesso siamo al quarto anno e questa struttura non puo’ contenere 4 mila persone e discriminare gli italiani".
La posizione del leader della Lega e’ contestata da decine di cittadini che, esponendo mutande verdi e tenendo in mano manifesti con la scritta ‘Matteo stai sereno’, si dicono contrari alla chiusura della struttura: "Da’ posti di lavoro ed e’ un segnale di solidarieta’ da chi fugge per salvarsi la vita", sostengono. Salvini ruiconosce che "gli immigrati che scappano dalla poverta’, dalla guerra vera, sono fratelli e vanno accolti", ma gli altri "vanno riportati a casa". Un’affermazione commentata ironicamente dal coordinatore nazionale del Ncd, Gaetano Quagliarello: "Adesso e’ ancora piu’ chiaro perche’ Flavio Tosi l’ha definito Caino…" Sul Cara di Mineo Salvini chiede chiarezza: "Vogliamo sapere come vengono spesi 150milioni di euro di denaro pubblico, non vorremmo che sulla pelle degli immigrati qualcuno ci guadagnasse denaro e voti".
Durante la sua visita, dice, ha visto "immigrati ricevere la scheda telefonica prepagata, giocare al pallone, ascoltare la musica, andare in bici o a scuola". "Ci sono case da 160 metri quadrati – aggiunge – dove abitano in media 7-8 persone. Erano per militari Usa con tanto di parabola. Sono soluzioni che molti italiani gradirebbero". E invece Salvini vorrebbe "sentire la voce del governo anche sulle inchieste aperte sull’appalto e sulla gestione della struttura", senza quelle che definisce "inutili commissioni d’inchiesta che non servono a fermare l’invasione".
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Poi attacca il governo sulla gestione del Cara e immigrazione: "Renzi e Alfano – afferma – alzino le chiappe, vengano qui e spieghino a tutti se intendono andare avanti per altri anni. Ma prima vadano in Parlamento a riferire, o si dimettano". Le polemiche sulle posizioni su immigrazione e Cara di Mineo arrivano anche da Roma, con Nicola Fratoianni, di Sel, che, sollecita il "ripristino di Mare nostrum", e definisce "Salvini un imprenditore della paura".
Di "ennesima sceneggiata elettorale", parla Mario Marazziti (Pi-Cd), mentre il senatore Andrea Olivero, viceministro delle Politiche agricole ed esponente di Democrazia solidale, sostiene che "Salvini e’ veramente ridicolo" visto che, osserva, "il governo di cui la Lega Nord era parte ha approvato sanatorie generalizzate conclusosi con la regolarizzazione di centinaia di migliaia di migranti". Per Francesco Boccia, deputato Pd e presidente della commissione Bilancio della Camera, il leader della Lega "utilizza le difficolta’, le condizioni sociali dei disperati" per "raccattare consenso". Il direttore del Cara di Mineo, Sebastiano Maccarrone, invece, sostiene che la visita alla struttura e’ "servita a mostrare a Salvini i servizi offerti dal centro, confermando il buon funzionamento del sistema d’accoglienza in Italia".
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