L’elezione di Mattarella a capo dello Stato, una persona che la quasi totalità degli italiani non aveva mai sentito nominare, mette in evidenza tre cose. Renzi ha dimostrato di meritare in "politica italiana" – cioè in quella politica un po’ particolare fatta di sotterfugi, menzogne e tradimenti – un 110 con lode, bacio accademico, pubblicazione della tesi e dallo stato il titolo di cavaliere di gran croce decorato di gran cordone. Il premier è stato un grande e ha surclassato, nel suo specifico campo, tutti i politicanti italiani vecchi e nuovi.
Ha evidenziato una destra allo sbando e un Berlusconi azzoppato da tanti accanimenti giudiziari e da una corte di finti amici che ha dato credito ad un bullo di periferia che ha dimostrato ampiamente di non rispettare nessuno e di tener dietro al suo ego per arraffare.
Ha evidenziato quanto sia caduto in basso Alfano con il suo limitato seguito costretto a genuflettersi ed a tendere il cappello per ottenere qualcosa.
Non ho alcun motivo per non credere che Mattarella possa essere un buon presidente e magari distante anni luce dal comportamento tenuto da Scalfaro o, peggio, da Napolitano. Per ora, quello che si sa è che dall’alto dei tre sostanziosi emolumenti, che percepisce ogni mese, le sue prime parole da Presidente sono state "il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini"; speriamo che si comporti come Amato che devolve molto in beneficenza.
Elezione presidenziale a parte, quello che deve far riflettere è l’uomo politico Renzi e chiedersi come faranno le varie forze politiche, tranne i noti e soliti questuanti, e gli italiani a credere in un personaggio del genere, che fino ad oggi in quanto a correttezza non merita nemmeno di essere preso in considerazione. I partner europei dopo questi deplorevoli esempi di scorrettezze saranno inclini a sentire le sue ciarlatanate oppure lo faranno girare come una trottala e con lui, purtroppo, anche gli italiani?
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