"Fu talmente forte l’impatto emotivo della strage di Capaci che mentre si stavano prolungando le votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica, ne venne un forte stimolo direi anche morale a trovare l’intesa necessaria per eleggere senza ulteriori prolungamenti il nuovo Presidente della Repubblica". E’ stato sottolineato dal Capo dello Stato, come emerge nella trascrizione della testimonianza resa da Giorgio Napolitano, nel processo per la trattativa Stato-mafia.
Il procuratore aggiunto Vittorio Teresi chiede al Capo dello Stato "se vennero presentati Disegni di Legge o proposte aventi ad oggetto l’istituto della dissociazione dei detenuti per fatti di mafia, come strumento da cui fare discendere benefici ai mafiosi che avessero deciso di dissociarsi dalla organizzazione di appartenenza?". Risponde Napolitano: "Quello fu il periodo in cui si misero in cantiere le norme che poi sarebbero diventate anche le norme per i dissociati, per i pentiti, norme che poi ebbero una lunga storia che non credo sia qui il caso di richiamare, altrimenti ci allontaniamo un po’ troppo, a me pare…". Interviene Teresi: "No, per carita’…". Aggiunge Napolitano: "Dalle circostanze su cui io…". Ed il procuratore Teresi "No, no, volevo… Mi scusi". Interviene il presidente della Corte: "Poi in ogni caso sono noti perche’ ovviamente pubblicati negli atti parlamentari, quindi facciamo domande piu’ specifiche". E Teresi: "No, no, se ricorda se ci fu specificatamente sull’argomento della dissociazione, diverso da quello ovviamente che riguardava i collaboratori di giustizia". Nuovamente il presidente della Corte: "Si’, pero’ volevo dire che le iniziative parlamentari evidentemente sono documentate e documentabili, quindi…".
Interviene Napolitano: "Io comunque non ricordo. Ho anche pubblicato un libro (parola incomprensibile) ponderoso in cui ricostruisco la mia attivita’ di Presidente della Camera e non ci fu posto, diciamo in questo mio ricordo, per una questione come quella, che era poi molto affidata alla Commissione Giustizia della Camera". Poi il procuratore aggiunto Teresi: "Ovvio, certo. E diciamo piu’ in generale nel corso del dibattito parlamentare per la conversione in Legge del decreto 2 giugno 92, questa discussione fu orientata verso la risposta dura e intransigente, contro l’aggressione mafiosa contro lo Stato dopo le stragi? Cioe’, fu unanime questa durezza di necessita’? La necessita’ di una durezza di intervento?". Risponde il Capo dello Stato: "Certamente si’, ma poi d’altronde tutti sanno, tutti ricordano che fu talmente forte l’impatto emotivo della strage di Capaci che mentre si stavano prolungando le votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica, ne venne un forte stimolo direi anche morale a trovare l’intesa necessaria per eleggere senza ulteriori prolungamenti il nuovo Presidente della Repubblica". Il pm Teresi: "Per la mia parte…".
Prosegue Napolitano: "Nella persona, non a caso, di un parlamentare di lungo corso come l’Onorevole Scalfaro, che era stato molto intransigente su tutte le questioni del controllo di legalita’ e di lotta contro la criminalita’ e che era stato poi l’autore di uno straordinario discorso in Parlamento sulla avvenuta strage di Capaci. L’orientamento generale era di una lotta senza quartiere".
Il procuratore aggiunto Teresi domanda: "Signor Presidente, in quel periodo che stiamo evocando con queste domande e con le sue risposte, lei ricorda, ebbe notizia di particolari esposizioni di minacce molto concrete, di morte nei confronti di alcuni parlamentari dell’epoca? Mi riferisco all’epoca Ministro Mannino, ad Ando’, a Vizzini e ad altri?". Risponde Napolitano: "Guardi, io credo di avere una discreta memoria, ma una simile memoria di elefante per ricordare tutti i dettagli di quel periodo, da cui ci distanziano oltre venti anni, francamente no. Noi abbiamo avuto modo di occuparci, anche perche’ ho visto che c’e’ stato chiesto di dare la mia disponibilita’ per un ulteriore capitolo di prova che riguarda le minacce di attentati del 93 a personalita’ politiche che fossero stati colpiti da minacce e altri parlamentari prima di quell’agosto o di quell’estate del 93, non lo ricordo".
Discussione su questo articolo