Piangono sempre, i Comuni: eppure, i cittadini costretti a pagare imposte sempre più salate e inique multe per inadempienza e incompetenza degli stessi uffici, non riescono a capire in quali meandri sotterranei scorra quel fiume di denaro che esce dalle loro tasche.
Quando in tv il presidente dell’ANCI Fassino con la faccia contrita minaccia tagli nei servizi paventando la riduzione delle risorse statali, il cittadino rimane sconcertato. Perché sa di essere una fonte importante ed inesauribile di guadagno facile e sicuro per il suo Comune. E di essersi ampiamente guadagnato il diritto a vivere in una città bene amministrata. Il sospetto è che la formula "ddatta e cciangi" caratteristica dell’italica stirpe trovi grande credito tra chi si spende per ottenere finanziamenti che alla fine arricchiscono solo i politici e i loro compagni di merende.
Le tasse sulla casa sono mal sopportate e mal digerite proprio perché appaiono come una rapina perpetrata da bande di predatori travestiti da pubblici ufficiali. E il malloppo che fine fa? La gran parte si spartisce tra imprese compiacenti che ottengono gli appalti; quello che resta serve a mantenere qualche promessa elettorale e a conservare un tesoretto da distribuire agli sherpa che garantiscono ai soliti noti la successiva vittoria. L’economia gira: ma sempre nella stessa direzione.
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