"Mafia Capitale è, in larga parte, una storia di sinistra. Ormai è evidente a tutti che il lobbying delle cooperative rosse di Salvatore Buzzi inizia con Rutelli e Veltroni e cresce con Marino. Nel sociale alle cooperative di Buzzi vengono triplicati i finanziamenti dopo l’arrivo di Marino. Anche il rapporto fra Buzzi e Carminati comincia due anni dopo il mio insediamento per una scelta incomprensibile ma autonoma di Salvatore Buzzi. Quindi, l’unica responsabilità politica che mi attribuisco è quella di non essere riuscito a far saltare un sistema di potere ereditato dal passato". Lo afferma l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno in una intervista al Tempo nella quale sostiene che Marino ed i consiglieri comunali devono dimettersi "con un atto collettivo di responsabilità verso la città. Dobbiamo chiudere questa fase per evitare che l’inchiesta inquini tutta la politica romana, creando una discontinuità per andare a nuove elezioni. Solo così si evita il rischio infamante di uno scioglimento di Roma Capitale per infiltrazione manosa".
Della sua posizione Alemanno dice: "In tutte le duemila pagine dell’inchiesta Mafia Capitale non c’è una sola intercettazione o prova testimoniale in cui si evidenzia un qualsiasi contatto tra me e Carminati, che infatti io non conosco neppure di vista, o una mia compromissione con gli interessi di Buzzi, che io conoscevo – come tutto il mondo politico romano e nazionale – solo come esponente di punta del mondo della cooperazione sociale".
Sul perché non si sia accorto di nulla se sono finiti in carcere uomini a lui vicini come Gramazio, Tredicine e Visconti replica: "Questa stessa domanda dovrebbe essere fatta a Walter Veltroni, a Nicola Zingaretti e a Ignazio Marino", "pretendo che la si smetta di fare due pesi e due misure fra destra e sinistra".
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