Le vicende capitoline delle ultime ore non sono altro che l’ennesima riprova del degrado della vita pubblica italiana che perversa in tutto il Paese ad ogni latitudine. Il continuo assalto alla diligenza, operato ormai da una vita da amministratori spreconi, ladri, corrotti e mafiosi da una parte e, dall’altra, da una politica che quando non complice per sua scelta lo diventa per la sua inadeguatezza e per la sua incapacità a trovare soluzioni atte a garantire la legalità, ha determinato lo stato di degrado del nostro Paese.
Alla luce di questa grave crisi, che è sostanzialmente soprattutto di moralità, riesce molto difficile condividere le continue esternazioni propagandistiche del nostro presidente del Consiglio tendenti a richiamare la fiducia nel futuro del nostro Paese.
Non può essere sufficiente e credibile un’azione tesa unicamente a richiamare la fiducia senza la dimostrazione di azioni concrete in tutti i settori della vita pubblica e privata atte a rimuovere energicamente e tempestivamente quelle cause che evidenziano a tutto il mondo che l’Italia poggia su pilastri scalfiti e pericolanti, su cui portare avanti nuove riforme puo’ sembrare addirittura pericoloso sotto alcuni aspetti.
Al di fuori di reazioni dovute che si affievoliscono non corso del tempo, si palesa la mancanza di una volontà ferrea di incidere prima di tutto su tutte le storture di cui la classe politica, gli amministratori e i cittadini hanno ampia consapevolezza da ormai lungo tempo, su cui manca il loro effettivo concorso per determinarne il superamento con comportamenti coerenti e responsabili .
Il Paese necessita tuttora di quella moralità che già decenni fa veniva invocata. In sua assenza qualsiasi ulteriore sforzo a migliorare le sue condizioni generali e dei suoi cittadini, anche sotto l’aspetto economico, non potrà dare i frutti sperati.
Discussione su questo articolo