Roma – Il lavoro? Sempre più spesso un problema, piuttosto che un’opportunità. La pensano così in molti e il pessimismo coinvolge ormai sia i più giovani che i professionisti e i profili senior. Ma quali sono le armi per rilanciarsi o partire da zero nel mercato del lavoro? Lo abbiamo chiesto ad Andrea Pizzicaroli, presidente dell’Istituto europeo terzo millennio e autore de ‘Il manager della formazione – Il lavoro che migliora se stessi e gli altri’ edito da Il Sole 24 Ore.
A chi si rivolge la sua opera?
Il libro si propone di fornire informazioni e competenze utili a coloro i quali hanno intenzione di operare, o già operino, nel settore della formazione. In particolare il libro si rivolge ai laureati nelle discipline umanistiche, integrando l’approfondimento avvenuto attraverso eventuali master post laurea, che vogliono lavorare nell’area dello sviluppo delle risorse umane per enti pubblici, enti locali ed aziende private.
Possono leggerlo solamente i più giovani?
Il testo si rivolge anche a funzionari, quadri e dirigenti che hanno in animo di attivare dei corsi di formazione nell’ufficio in cui lavorano permettendo loro di muoversi in maniera dinamica nel settore e fornendo strumenti utili ed efficaci. Ho voluto fortemente scrivere un manuale pratico anche per coloro i quali intendono divenire imprenditori dando vita ad una società di formazione, oppure liberi professionisti costruendo la propria professione e divenendo formatori.
Quali sono, nel dettaglio, gli argomenti affrontati?
Il primo capitolo tratta dell’utopia del “lavoro fisso in un mondo che corre” e descrive le difficoltà, le opportunità e le nuove modalità di approccio al mondo del lavoro. Da ciò il libro evidenzia il ruolo strategico della formazione teso ad aumentare il vantaggio competitivo di chi vuole immettersi nel mercato del lavoro. Il passo successivo riguarda la capacità di fare impresa e quindi di divenire manager della formazione creando attività utili per migliorare se stessi e gli altri.
Non ha pensato di dedicare alcune parti a chi deve ancora iniziare la propria carriera? A chi, in pratica, non è ancora manager?
Certamente, c’è spazio per tutti. Il libro, infatti, prosegue descrivendo gli strumenti e le modalità utili per divenire formatore esprimendone le opportunità ed i percorsi. Un capitolo dà spazio ad alcuni manager di società di formazione registrandone le opinioni e descrivendone le esperienze. Segue poi un capitolo che elenca e descrive le opportunità di accesso ai fondi per la formazione: fondi interprofessionali, fondi di enti pubblici e di aziende private.
Quindi, in un certo senso, ricalcare le esperienze di altri può essere utile ad imparare il mestiere?
Certamente osservare il lavoro degli altri ed estrapolarne i virtuosismi è non solo auspicabile ma fortemente consigliabile. In fondo tutti noi siamo catalizzatori di esperienze, in un certo senso siamo esperienza: ogni nostro comportamento è frutto di riflessioni che attingono al nostro bacino di esperienze vissute, più è ricco il bacino e più abbiamo opportunità di scelta.
Nel libro sono riportati degli esempi che possano aiutare a “estrapolare i virtuosismi”?
Sì, ampio spazio è dedicato alla diffusione delle attività formative già realizzate e che hanno riscosso successo raggiungendo importanti traguardi in termini di crescita e soddisfazione per le persone coinvolte. Disseminate nel libro sono presenti interviste ai manager della formazione, nel settore pubblico e privato, che illustrano le buone pratiche attivate per realizzare progetti formativi efficaci ed innovativi. In particolare alcuni dei soggetti coinvolti nel libro sono il ministero delle Politiche Agricole e forestali, la Scuola Superiore del ministero dell’Interno, Arma dei Carabinieri, Enea, Ispra, Regione Lazio, Isfol, Enaip, Asap, Scuola Superiore Umbra, Ceida, Albafor, Federmanager Academy, IBL Banca, Api petroli, Acn, Kpmg, Paracelso, Elea, Cfc, Aicom, Studionet e, infine, la presidenza del Consiglio della Regione Lazio che patrocina il libro.
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