"Per creare posti di lavoro le regole servono a poco. E invece qui in Italia stanno ancora tutti a riempirsi la bocca di nuove ‘regole’, come fossero un soviet, dove si mettevano le regole, senza accorgersi che l’economia andava a fondo. L’articolo 18 è l’ultimo problema", "bisogna far ripartire la creatività, come ha fatto Marchionne: guardate alla Maserati, ora sono tutti contenti, iniziando dai lavoratori. Creatività e investimenti, così si riparte. E poi bisogna invogliare le imprese italiane di andare all’estero, spingerle alla conquista di nuovi mercati" con "forti sgravi fiscali per chi esporta. Lo Stato faccia lo Stato, non pensi a promuovere i marchi italiani all’estero, ma riduca la pressione fiscale". Lo afferma Così Oscar Farinetti, fondatore della catena Eataly, in una intervista a Il Secolo XIX nella quale commenta anche lo sciopero nella sede di Firenze: "Hanno fatto sciopero in quattro, sindacati autonomi". E alle accuse giunte sul fatto che i lavoratori di Eataly siano sfruttati e sottopagati replica: "Stipendio minimo 1.000 euro al mese, che grazie all’attuale costo del lavoro per noi diventano 2.700 euro al mese", "tutti i dipendenti possono mangiare nei ristorantini di Eataly, gratis, una volta al giorno" e "qui tutti i lavoratori hanno la quindicesima".