Oltre 700 clandestini sbarcati sulle coste italiane nelle ultime 24 ore. Numeri che costringono la guardia costiera a parlare di “grande emergenza” nel canale di Sicilia. Ieri, nel primo pomeriggio, attraverso un telefono satellitare sono arrivate alla centrale operativa della Guardia costiera di Palermo tre richieste di aiuto da parte di tre imbarcazioni alla deriva nel tratto di mare compreso tra le 70 e le 120 miglia a sud dalla costa lampedusana. Per soccorrere i migranti, la centrale operativa della guardia costiera di Roma ha dirottato verso le imbarcazioni in difficoltà tre mercantili che si trovavano in zona. Coinvolta nelle operazioni di soccorso anche la nave "Peluso" della guardia costiera. Non solo: è stato richiesto anche l’intervento della nave "Sirio" della marina militare e da Lampedusa sono state inviate altre due motovedette della guardia costiera. Insomma, tante energie dedicate a prendere i clandestini e portarli in Italia.
Uno dei natanti in questione era un gommone di 10 metri, con a bordo – pensate! – 89 persone, fra cui 16 donne e un neonato.
Gli sbarchi continuano, complice il bel tempo, e così questa mattina presto, sempre a Lampedusa, sono arrivate 188 persone, tra loro 2 donne e un minore, che nella notte erano state messe in salvo da una motovedetta della guardia costiera e da un mezzo navale della guardia di finanza.
Non è finita: a Lampedusa sono attesi altri 100 migranti in difficoltà, giungeranno sull’isola nel pomeriggio. Arrivano in Italia come formiche. E’ gente che fugge da fame e guerra, ma fino a quando il nostro Paese potrà accogliere queste persone? E poi, perché prenderli e portarceli a casa nostra, anche quando non si trovano in acque italiane? E’ il caso di un barcone in condizioni precarie che, trovandosi in acque libiche, è stato avvistato da un mezzo aereo della guardia costiera di Catania: 200 persone a bordo di una imbarcazione in legno lunga 12 metri. Sono stati tutti portati a Lampedusa.
Ancora stamattina, una motovedetta della guardia costiera ha salvato 47 uomini, di origine sub sahariana, che erano a bordo di un gommone di 7 metri per trasportarli al porto di Lampedusa.
Mentre in Italia si fa la fame – perché così stanno le cose – siamo in continuazione invasi da clandestini provenienti dall’Africa nella maggior parte dei casi, ai quali bisognerà pur trovare una sistemazione, un tetto, un lavoro. Ma se nel nostro Paese non c’è lavoro nemmeno per gli italiani, come si fa a garantire un futuro a coloro che arrivano da fuori?
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