Klaus Davi, consigliere comunale di San Luca in Calabria, è intervenuto su Radio Cusano Campus e sulla vicenda dei commissari alla sanità in Calabria ha detto: “La Calabria non fa parte dello Stato italiano. Lo Stato da decenni ha deciso che c’è una zona extra-Stato dove le più incredibili porcherie vengono commesse senza che nessuno si indigni. Anche i grandi giornali non hanno sedi in Calabria”.
“Quello che è successo col commissario è solo l’ultimo episodio. Hanno nominato un commissario che non era neanche consapevole di quale fosse il suo ruolo. Il retro pensiero dello Stato italiano è: siccome in Calabria sono mafiosi mando un generale, tanto pure se non fa niente non è un problema. E alla fine pagano 2 milioni di calabresi. Ora hanno mandato un amico di Bersani, che è il primo negazionista d’Italia. E loro brindano”.
“Di fronte ad uno Stato che ha dato uno spettacolo così aberrante, la ‘ndrangheta ne trae vantaggio, anche solo in termini di credibilità. Vorrei fare un appello alla politica: basta con questo atteggiamento coloniale, che fa il gioco della ‘ndrangheta. C’è la ‘ndrangheta che fa politica sul territorio, è questo che non si vuole ammettere. Le ‘ndrine sono sezioni di partito. Lo Stato dovrebbe dire la verità sulla ‘ndrangheta, cioè che la ‘ndrangheta è una mafia istituzionale, che dialoga con le istituzioni inquinate e fa politica, dando voti, dando soldi. Lo Stato dovrebbe chiedere scusa ai calabresi, l’ha fatto Cotticelli ieri ma non basta perché lui è fuori”.