Alla fine il governo di Matteo Renzi ha deciso di mettere la fiducia sull’Italicum. Previsto un primo voto mercoledì, nel pomeriggio, e altri due giovedì. Questa è la tempistica stabilita dalla conferenza dei capigruppo della Camera sulla legge elettorale. Le tre fiducie riguarderanno ciascuna uno dei tre articoli nei quali è suddiviso l’Italicum (il quarto non verrà messo al voto in quanto non oggetto di modifiche nel precedente passaggio al Senato). Verrà applicato il Lodo Iotti, secondo cui gli emendamenti potranno essere discussi, anche se non votati. Il voto finale dovrebbe tenersi la prossima settimana.
La decisione del governo di mettere la fiducia scatena un pandemonio, come prevedibile. "A brigante brigante e mezzo…": così il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, parlando con i giornalisti al termine della riunione dei capigruppo, invita a "non dare nulla per scontato" e avverte: "potrà accadere di tutto…". Non entra nel dettaglio, ma Brunetta spiega: "A questo punto la fantasia si puo’ sbizzarrire e non e’ detto che le tre fiducie saranno votate entro giovedi’, ad esempio la ‘chiama’ dei deputati potrebbe durare non la consueta ora e mezza ma molto di piu’…".
Giovanni Toti, consigliere politica di Silvio Berlusconi e candidato presidente della regione Liguria, su Facebook scrive: “Renzi mette la fiducia, toglie la fiducia. Usa il Decreto Legge, toglie il Decreto Legge. Toglie i parlamentari in commissione Affari Costituzionali, rimette i parlamentari in commissione. Mette il tesoretto, toglie il tesoretto…..Tutto questo farebbe sorridere, ma la triste realtà è l’aumento delle tasse agli italiani".
Per Mara Carfagna, portavoce di Forza Italia alla Camera dei Deputati, "oggi pomeriggio e’ andato in scena uno degli atti piu’ tristi della storia della democrazia italiana. Convocare un Cdm straordinario per autorizzare la fiducia sull’Italicum e’ un gesto che si puo’ definire in un solo modo: un’aberrazione”.
Il presidente dei senatori del gruppo di Area popolare Ncd-Udc, Renato Schifani, in una nota dichiara: “Tutto il clamore attorno al voto di fiducia sembra veramente fuori misura. Il voto segreto, infatti, avrebbe comportato una mortificazione del senso parlamentare dell’attivita’ sinora svolta per raggiungere un traguardo legislativo importante".
Il Pd replica alle opposizioni con il vicesegretario Lorenzo Guerini: "La fiducia, arrivati a questo punto, è l’unico modo per suggellare l’impegno politico preso apertamente dal presidente del Consiglio e per quanto ci riguarda anche dal Pd". "Renzi – prosegue – aveva detto chiaramente che se non passava la legge il Governo ne avrebbe tratto le conseguenze. D’altra parte le riforme e la legge elettorale sono alla base del mandato che il Governo ha ricevuto dal Parlamento. Porre la questione di fiducia – conclude – non solo è legittimo ma significa verificare la possibilità di realizzare uno degli obiettivi fondamentali per cui è nato questo Esecutivo”.
Non tutti però nel Pd sono d’accordo con Guerini. La minoranza dem si fa sentire. Roberto Speranza, ex capogruppo Pd alla Camera, dice che la fiducia sulla legge elettorale è un "errore gravissimo", per questo "non voto questa fiducia: non metto la mia firma su questa violenza al Parlamento".
Manuela Repetti, senatrice del gruppo Misto, ex di Forza Italia, commenta: “Il premio alla lista della nuova legge elettorale scongiura cio’ che e’ avvenuto in questi anni, a destra e a sinistra, ovvero la formazione di maggioranze elettorali e non di governo. Questo vizio di fondo e’ alla radice dei governi di coalizione che non sono stati mai in grado di realizzare i programmi sulla base dei quali avevano ottenuto il consenso degli elettori. Per questo ritengo che l’attuale legge elettorale, con i miglioramenti che il Senato ha reso possibili e che ho votato, sia, considerate le attuali condizioni, una buona legge. Ha fatto dunque bene Renzi a porre la fiducia. Un altro risultato per rendere questo paese governabile".
"La fiducia sulla legge elettorale e’ un atto di squadrismo istituzionale. Ed e’ una macchia indelebile sul volto del Pd". Lo scrive su twitter Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Liberta’. Mentre Beppe Grillo cinguetta: "#Fiducia sull’Italicum. Non chiamatelo più così. Di italico ha solo il ricordo di un ventennio. Chiamatelo #Nostalgicum”.
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