Nicola Di Girolamo è chiamato a processo ancora una volta. Rinvio a giudizio per l’ex senatore del PdL per la vicenda che riguarda la falsa residenza all’estero. Una storia vecchia, che sembrava conclusa. Invece torna a galla con prepotenza. Sarà perché, in questo periodo di riforme, con la circoscrizione estero sempre più in bilico, si vuole dare un ulteriore segnale ai legislatori? Della serie: ricordatevi cosa è successo, la circoscrizione estero va abolita definitivamente. Sarà davvero così? Non possiamo averne la certezza, naturalmente, ma come attenti osservatori di tutto ciò che riguarda gli italiani nel mondo il dubbio ci rimbalza nella testa.
Certo è che questa benedetta (maledetta?) circoscrizione estero scricchiola sempre più. Qualcuno durante l’ultima Plenaria CGIE l’ha persino detto chiaro: dimenticatevi gli eletti all’estero.
Si torna a parlare di Di Girolamo e del suo modo disinvolto di procurarsi una residenza a Bruxelles, alcuni giorni dopo la notizia che un altro eletto all’estero, Aldo Di Biagio, è indagato dalla procura di Roma nell’ambito di una maxi truffa ai danni dell’Inps e di tanti pensionati italiani oltre confine. Di Biagio, senatore di Scelta Civica eletto nella ripartizione estera Europa alle ultime elezioni (dopo essere entrato per la prima volta in Parlamento nel 2008, eletto nelle fila del PdL alla Camera, per poi seguire Gianfranco Fini in quel Futuro e Libertà ormai ridotto a lumicino), si dichiara "sereno" ed e’ sicuro che, in un eventuale processo, saprà dimostrare la propria innocenza. Di Girolamo sarà in grado di fare lo stesso? A voler esprimere un giudizio spassionato, ci sembrano storie politiche completamente diverse. Impossibile paragonare il caso di “Nic er fattura” – come veniva chiamato da Mokbel – a quello di Di Biagio. In ogni caso, il tempo chiarirà la dimensione delle responsabilità. Staremo a vedere, il processo allo "schiavo" di Mokbel inizierà a fine novembre e potrebbe rivelare non poche sorprese. Ma tutto questo riguarda meccanismi giudiziari, accuse da accertare. Dal punto di vista della politica, il messaggio che i tribunali stanno dando al Parlamento è molto chiaro: stop a questi eletti all’estero che da quando sono arrivati a sedere sulle poltrone del Palazzo hanno fatto in varia misura scandalo senza lasciare tracce visibili di attività parlamentare. L’attuale legislatura sarà davvero l’ultima che vedrà all’interno della massima istituzione democratica italiana una squadra di parlamentari figli di una nobile legge Tremaglia sconfessata nei fatti?
Discussione su questo articolo