In una lettera inviata al Ministro degli Esteri Giulio Terzi, l’On. Gino Bucchino sollecita il Governo Monti a prestare maggiore attenzione alla tutela previdenziale dei nostri connazionali residenti all’estero e a rinnovare quindi le convenzioni bilaterali di sicurezza sociale ormai obsolete e inadeguate.
“Con altri sette parlamentari ho già rappresentato questa criticità e tante altre di competenza del Ministero del Lavoro, alla Sua collega di Governo, Ministro Elsa Fornero, con la quale spero si avvierà una collaborazione sinergica sulle materie che interessano parallelamente i due Ministeri come quella delle convenzioni bilaterali di sicurezza sociale” scrive Bucchino al Ministro.
Il parlamentare eletto nella Circoscrizione Estero ricorda che le convenzioni bilaterali di sicurezza sociale sono uno strumento giuridico fondamentale per la tutela previdenziale dei lavoratori migranti in quanto a parità di trattamento, esportabilità delle prestazioni, perfezionamento dei diritti.
Fino a metà degli anni ’90 il Ministero degli Affari esteri, nell’ambito della Direzione generale per l’Emigrazione, si è avvalso di un’efficientissima Unità di Consulenza per la Sicurezza Socialeche svolgeva la funzione di ricerca, di impulso e di raccordo con i Governi dei Paesi di emigrazione italiana per l’avvio dei negoziati per la stipula delle convenzioni bilaterali.
Soppressa tale Unità – sottolinea Bucchino – e venuto meno l’interesse dello Stato italiano (per molteplici e complesse ragioni, politiche ed economiche ma non solo) per la tutela socio-previdenziale degli italiani nel mondo, si è verificato uno stallo totale delle iniziative e delle trattative del Ministero al fine del rinnovo e della stipula delle convenzionali bilaterali di sicurezza sociale.
Bucchino ricorda nella lettera al Ministro Terzi che a fronte di Regolamenti comunitari di sicurezza sociale adeguati e costantemente aggiornati, l’Italia ha invece stipulato accordi bilaterali con numerosi Paesi extracomunitari la cui entrata in vigore risale agli anni ’70-’80 (Argentina, Brasile, Canada, Stati Uniti, Venezuela, ex Jugoslavia ecc.). Si tratta di convenzioni oramai obsolete che non rispecchiano l’evoluzione legislativa e normativa sviluppatasi negli anni nei Paesi contraenti (e non contemplano, ad esempio, nel campo di applicazione oggettivo il sistema contributivo introdotto in Italia). Il rinnovo della vecchia convenzione con il Canada, ad esempio, è stato firmato dalle due parti nel lontano 1995, approvato subito dal Parlamento canadese, ma mai approvato dal Parlamento italiano.
Una vera e propria violazione del diritto internazionale e dell’impegno solenne preso dall’Italia con il Canadae i nostri cittadini emigrati in quel Paese. Inoltre con molti altri Paesi ove risiedono migliaia di italiani, come il Cile, il Perù e il Messico – stigmatizza il parlamentare – l’Italia non ha mai stipulato una convenzione di sicurezza sociale (anche se con il Cile la convenzione è stata firmata e poi approvata solo dal Parlamento cileno).
Per Bucchino è anche opportuno avere presente che l’Italia ha stipulato solo alcune convenzioni con i Paesi terzi di immigrazione in Italia (come ad esempio quelle con Tunisia e Capoverde) mentre sono state bloccate le convenzioni – alcune già in fase molto avanzata – con le Filippine, il Marocco, l’Egitto, Israele e altri Paesi. Decine di migliaia di immigrati quindi rischiano di non essere adeguatamente assicurati in materia socio-previdenziale. Sarebbe perciò civilmente doverosa – secondo il parlamentare – una ripresa, o un avvio, dei relativi negoziati anche con i Paesi di immigrazione.
Bucchino tiene a precisare che il rinnovo (ma anche la stipula) di alcune convenzioni bilaterali non rappresenterebbe un onere finanziario troppo gravoso per lo Stato italiano e migliorerebbe dal punto di vista normativo e procedurale la tutela dei diritti dei lavoratori migranti; inoltre darebbe un segnale importante di discontinuità da parte di questo Governo rispetto al più recente passato e introdurrebbe concreti benefici a favore delle nostre collettività residenti all’estero.
Insomma la necessità di rivedere le vecchie convenzioni si sta facendo sempre più urgente per far meglio fronte alle esigenze legate ai vecchi e ai nuovi fenomeni migratori. Emergono, infatti, moderne figure di migranti, come i ricercatori, i piccoli imprenditori, gli artigiani, gli insegnanti, gli studenti, i lavoratori al seguito delle imprese, i tanti giovani che si recano a lavorare all’estero, anche per lunghi periodi, dove versano i contributi e pagano le tasse, rischiando poi di non essere adeguatamente tutelati negli ambiti previdenziale, fiscale e sanitario.
Bucchino conclude la sua lettera chiedendo al Ministro Terzi un incontro conoscitivo e di lavoro finalizzato a una proficua collaborazione a beneficio delle nostre collettività residenti all’estero.
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