Vincenzo Zaccarini è un imprenditore di successo a Londra, dove vive ormai da diversi anni. Molto bene inserito nella comunità italiana del Regno Unito, Zaccarini è candidato alla Camera dei Deputati con la lista Monti. ItaliaChiamaItalia lo ha contattato telefonicamente per parlare con lui di politica e italiani all’estero, anche in vista delle elezioni di fine febbraio.
GUARDA IL VIDEO CON CUI VINCENZO ZACCARINI SI PRESENTA AGLI ELETTORI
Vincenzo Zaccarini, ti candidi al Parlamento per la prima volta: cosa ti ha spinto a farlo?
“La voglia di poter cambiare tutte quelle cose che non funzionano, di migliorare la qualità di vita degli italiani residenti in Europa. Ho deciso di accettare questa sfida perché sono convinto che una persona come me, che grazie al lavoro e al sacrificio ha ottenuto buoni risultati per sé e per la propria famiglia, debba dedicarsi anche all’interesse collettivo: desidero poter lavorare per le comunità italiane residenti nel Vecchio Continente, in difesa dei loro interessi e facendomi portavoce a Roma delle loro necessità”.
La tua e’ una storia di destra. Perche’ con Monti?
“È ormai passato il tempo della destra e della sinistra, sono sempre stato un conservatore. Ho scelto Mario Monti perché ha avuto il coraggio della Thatcher, è diventato impopolare ma è riuscito a ridare un valore al Paese, soprattutto all’estero, dove avevano perso la stima nei confronti dell’Italia”.
Monti aveva detto che non si sarebbe candidato. Ora guida una lista civica. Cos’e’ successo?
“È successo che la politica non è stata all’altezza e non è riuscita a dimostrare il cambiamento. Solo Monti tramite il governo tecnico è riuscito a
smuovere qualcosa e purificare l’aria, purtroppo siamo intimoriti dal nuovo e quindi ci vuole del tempo per accettare ogni novità”.
Di recente hai attaccato la Lega e i candidati in Europa del Carroccio (inseriti nella lista PdL). Ce l’hai con i leghisti?
“All’estero crediamo nel tricolore, ci sentiamo europei, amiamo l’idea di fonderci con le altre culture per ottenere una maggiore crescita personale e
allargare i nostri orizzonti uscendo da determinati schemi. I leghisti sono per la secessione e per la disarmonia fra i popoli, credo che questo sia
abbastanza perché si crei un paradosso quando si sente di leghisti candidati nel PdL”.
Parlaci della tua campagna elettorale: le tappe, le iniziative sul territorio
“Con Maria Daré al Senato copriremo l’Europa, saremo una squadra sempre presente, stiamo visitando le diverse comunità di Italiani all’estero tra
Germania, Belgio, Svizzera, Francia e Spagna. Abbiamo organizzato riunioni e incontri e ne daremo conto pubblicamente nei prossimi giorni”.
Se fossi eletto, come ti auguriamo, a cosa lavoreresti prima di tutto, come deputato?
“Una volta eletti proporremo iniziative su tutto il territorio e saremo sempre presenti, a disposizione di chi necessiterà il nostro aiuto. Lavorerei per ampliare l’Italian Networking, collegando opportunità in tutta Europa, promuovendo coloro interessati a fare Business e importarlo in Italia per offrire così nuove opportunità lavorative e iniziare ad abbassare il livello di disoccupazione”.
Cosa chiedono gli italiani residenti in Europa all’Italia?
“In questo particolare momento, è molto sentita la questione dell’Imu: un italiano residente all’estero paga sulla propria prima casa in Italia l’aliquota relativa alla seconda casa. Questa è una ingiustizia, il prossimo governo dovrà rimediare a questa che è una vera e propria iniquità”.
Sei residente a Londra da una vita: come vedono gli italiani residenti in terra inglese la politica italiana?
“Gli Italiani all’estero si vergognano della politica italiana, c’è rabbia e sconforto nel vedere che un grande paese come l’Italia sia stato capace di
farsi governare da una classe di delinquenti e che tutto si perde nei soliti bunga bunga”.
Gli italiani nel mondo voteranno anche questa volta con la stessa legge e lo stesso meccanismo elettorale che, a detta di tutti, fa acqua da tutte le parti. La politica non ha voluto cambiare la legge. Tu cosa pensi a riguardo?
“Questa è la domanda da un milione di dollari; nessuno ha mai cambiato qualcosa e il sistema come sempre fa acqua da tutte le parti. È molto triste,
la politica del malaffare ha avuto sempre la meglio, è ora che questo meccanismo malsano sia bloccato e sostituito. La nostra classe politica è terrorizzata dai giovani perché consapevole che sarebbero capaci di portare il cambiamento tanto atteso”.
E’ vero che all’estero, per poter fare una campagna elettorale degna di tale nome, servono pacchi di soldi? C’e’ chi parla di due, trecento mila euro…
“Sicuramente per fare una campagna elettorale all’estero, visto anche il bacino d’utenza al quale ci si rivolge (Europa nel mio caso), ci vogliono dei soldi, ma vorrei ricordare che esiste un tetto massimo che il candidato non può superare e che non ci sono rimborsi elettorali”.
Ma se davvero e’ necessario tanto denaro per una campagna elettorale oltre confine, chi non ha le risorse, ma ha magari tanta passione, esperienza e capacita’, e’ comunque tagliato fuori. Non ti sembra che qualcosa non vada?
“Se qualcuno non ha possibilità economiche, ma dimostra voglia di fare, determinazione e passione, è giusto incoraggiare la comunità ad appoggiarlo non solo moralmente ma anche economicamente attraverso dei contributi. Un po’ come avviene negli States, dove se un candidato non ha risorse economiche, ma dimostra di essere un’ottima scelta, come per esempio il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, questo viene sponsorizzato da aziende, imprese, associazioni e privati cittadini”.
Sempre più spesso il voto degli italiani all’estero viene denigrato e secondo qualcuno dovrebbe essere abolita la circoscrizione estero. La tua opinione?
“Abolire la circoscrizione estera è totalmente sbagliato a mio avviso, piuttosto abolirei il sistema di votazione postale, il quale presenta troppe possibilità di imbroglio. Proporrei la votazione in un contesto maggiormente sicuro, come consolati, istituti di cultura e ambasciate”.
Perché è così importante che gli italiani nel mondo possano votare, ma soprattutto possano eleggere propri rappresentanti in Parlamento? Non potrebbero votare per i candidati italiani?
“È importante che il candidato rappresenti il riflesso del territorio intero e non l’espressione di Firenze o Roma”.
In conclusione, ti diamo la possibilità, attraverso ItaliachiamaItalia, di lanciare un appello a tutti coloro che leggeranno questa intervista, soprattutto gli italiani residenti in Europa, la tua ripartizione elettorale: qual e’ il tuo messaggio?
“Mi impegno a risolvere i reali problemi di chi vive all’estero. Del resto i candidati italiani non sanno nulla degli italiani all’estero, è per questo che serve qualcuno che li rappresenti e li tuteli. Altrimenti anche l’italianità fuori dal Paese andrà perduta”.
Twitter @rickyfilosa
Discussione su questo articolo