Roma – Tagli a lingua e cultura, riduzioni delle risorse per gli organismi di rappresentanza, nessuna novità sull’esenzione dall’Imu. Questi gli aspetti della legge di stabilità maggiormente criticati dagli eletti all’estero che, da Area Popolare allo stesso Partito Democratico, non lesinano critiche al documento varato da Palazzo Chigi. Polemiche che, però, non impediscono agli eletti dem di continuare ad appoggiare il governo, anche nel caso di un eventuale voto di fiducia.
“Rispetto alla questione del voto di fiducia – spiega infatti Fabio Porta, deputato Pd eletto in Sud America – abbiamo sempre chiarito e precisato che, per noi del gruppo, viene prima l’Italia e poi la singola rappresentanza di specifici interessi. Questo discorso vale per tutti i parlamentari del Pd, sia eletti all’estero che in Italia”.
“Naturalmente, allo stesso tempo – prosegue Porta -, non manchiamo di evidenziare le carenze di questa legge. Non ne siamo soddisfatti e lavoreremo, sia al Senato che alla Camera, per modificarla e convincere il governo che quei tagli non sono utili ma, al contrario, sono dannosi. Speriamo che, se si dovesse arrivare a un voto di fiducia, lo si raggiunga con un testo migliorato, soprattutto in quelle parti che riguardano le riduzioni al settore degli italiani nel mondo”.
L’EDITORIALE Italiani all’estero, se Renzi ci lascia in mutande
“Questa legge di Stabilità interviene in misura peggiore nei confronti della lingua e della cultura italiana – conferma anche il deputato Maie eletto in Sud America Mario Borghese -, pensiamo solo ai danni che si stanno facendo con fondi sempre più esigui alla Dante Alighieri. Credo che questo governo stia massacrando gli italiani all’estero, continua a farlo e quelli del Pd continuano a votare questi tagli, non si rendono conto che Renzi ci sta massacrando e loro sono suoi complici”.
Il giovane parlamentare del Movimento Associativo Italiani all’Estero prosegue: “Non so a cosa servano i quattro senatori del Pd, perché si vede che il loro potere è nullo, sia il comitato al Senato che quello alla Camera sono inutili, non fanno nulla. Noi faremo di tutto, sia a Montecitorio che al Senato, per migliorare la legge, ma se il governo ha la maggioranza e se gli eletti del Pd hanno i numeri, a noi rimane poco spazio di manovra. Questa cosa del Cgie è ridicola, tra poco faremo la plenaria via Skype o via What’s App – ironizza infine Borghese -, stanno risparmiando in maniera ridicola e illogica”.
“Vorrei che rimanessimo tutti con i piedi per terra – ribatte invece l’onorevole Marco Fedi, eletto in Australia, rispondendo a quanti hanno criticato il governo in queste ore -, non definirei il governo Renzi come ‘il peggior governo per gli italiani nel mondo’, si tratta di una palese esagerazione. Non a caso, vorrei ricordare le posizioni congiunte proprio con il Maie di Merlo contro i tagli del governo Berlusconi, quando per abolire l’Ici si tagliarono 17 milioni agli italiani nel mondo, che tra l’altro continuarono a pagare la tassa al contrario dei residenti in Italia”.
“Ci troviamo comunque di fronte una legge di stabilità della quale conoscevamo gli aspetti positivi ma non quelli negativi – prosegue Fedi -, da Renzi abbiamo saputo i ‘più’, ma i ‘meno’ li conosciamo solo ora: riduzione degli stanziamenti per Camere di Commercio estere, patronati, scuola, assistenza, rappresentanza, lingua e cultura. Inoltre, non si è fatto alcun passo in avanti su Imu e Tasi. Non era scontato che l’esenzione rimanesse per i pensionati e il fatto che sia stata mantenuta è positivo, ma siamo delusi dal fatto che non ci sia stato un esonero per tutti. In più, c’è la questione delle detrazioni fiscali per i carichi di famiglia, finalmente superata per chi lavora in Ue ma non per chi lavora extra Ue e, in questo modo, nei confronti di questi ultimi diventa una vera e propria discriminazione”.
“Cercheremo di porre tra gli emendamenti questa ulteriore misura. Se il governo porrà la fiducia – conclude Fedi – lavoreremo in commissione bilancio alla Camera al Senato per inserire degli emendamenti mirati, dovremo lavorare con altri colleghi per fare uno sforzo comune che non sia di nuovo un puro e semplice attacco al governo ma che rappresenti un lavoro costruttivo. Voteremo la fiducia, ma lavoreremo prima per ottenere risultati positivi”.
“I tagli previsti in Legge di Stabilità mi sembrano, purtroppo, in tendenza con le riduzioni che si sono sempre verificate finora – commenta il senatore Aldo Di Biagio di Area Popolare -. L’unica vera discrepanza, in questa circostanza, è rappresentata dal settore della lingua e della cultura, dove il taglio mi sembra francamente eccessivo. Tenteremo di recuperare in questo ambito, si tratta di un taglio significativo che mette in forte discussione il ruolo della lingua italiana all’estero e ciò che rappresenta, faremo di tutto per realizzare un’inversione di rotta. Credo che l’integrazione di una parte del taglio in questo settore sia un’ipotesi realistica”.
“I tagli al Cgie e ai Comites sono più minimali – aggiunge Di Biagio -, ma la mia sensazione per quanto riguarda il primo è che i fondi bastino per fare una sola plenaria continentale. Mettendo da parte la mia posizione personale riguardo il Cgie, attualmente esiste e mi sembra giusto farlo funzionare, organizzando almeno due plenarie. Anche solo 30mila euro di tagli mettono in discussione la possibilità di avere la capacità di strutturazione che questo organismo deve avere. Cercherò quindi di portare il mio contributo, io così come gli altri eletti all’estero, per migliorare il più possibile questa legge”.
“Do un giudizio molto critico sulla manovra finanziaria nel suo insieme, sia per quanto riguarda altri settori sia, e soprattutto, per quanto riguarda le comunità italiane nel mondo”. Non usa giri di parole il deputato Pd eletto in Europa Gianni Farina, che aggiunge: “il mio è un giudizio critico nel complesso, non sono mai stato un cultore dell’assistenza ma è evidente che, nonostante la nostra presenza in Parlamento dal 2006, sulla comunità italiana all’estero prevalgono ancora gli stessi stereotipi, non si riesce a far comprendere all’Italia come quella comunità sia una ricchezza incredibile per il nostro Paese, mentre in alcuni casi la si considera ancora un residuato bellico della povertà”.
“C’è un forte arretramento sui capitoli di lingua e cultura, ma anche in altre voci di spesa. I consolati si smantellano e si riducono, non vengono messi in condizioni di funzionare. Non parliamo poi degli organismi elettivi della comunità italiana all’estero, quanto sta accadendo per il Cgie è una cosa indescrivibile. Allora sarebbe stato meglio non fare le elezioni. Se poi non si mette questo organismo in grado di funzionare di che cosa parliamo? Il comunicato stampa che abbiamo diramato noi eletti del Pd riassume solo in parte l’amarezza della mia posizione nei confronti di quanto sta accadendo”.
“Dulcis in fundo, la tassazione sulle case, con Tasi e Imu. Si continuano a considerare seconde case quelle degli italiani all’estero, salvo quel contentino sui pensionati italiani, ci mancava solo quello. Lo stato rinuncia a tre miliardi e ottocento milioni di tassazione sulle prime case degli italiani e si penalizzano gli emigrati? Ma chi ha mai detto che un italiano residente all’estero, siccome vive da un’altra parte, allora sia lì proprietario? I nostri connazionali vivono in affitto nella maggior parte dei casi. Ci viene detto che il costo dell’esenzione per i residenti oltreconfine sarebbe un mancato introito di 90 milioni, ma che vuole dire? Lo stato ha rinunciato a quasi 400 milioni”.
“Alla luce di tutto questo – conclude Farina – cercherò di presentare emendamenti migliorativi alla Camera, ma non sono molto ottimista. Per quanto riguarda la fiducia, non dipende solo da me, ognuno di noi fa parte di un grande partito che lavora, discute e propone e, di conseguenza, le considerazioni che faremo e ci porteranno a prendere una posizione comune. Dal punto di vista personale, credo che negare la fiducia in questo momento storico del paese sarebbe sbagliato, anche se darò la mia fiducia con molta amarezza”.
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