In tanti anni di attività abbiamo imparato a guardare il mondo con gli occhi degli italiani all’estero. La legge di Stabilità del governo Renzi è una mannaia per gli italiani nel mondo e per il Sistema Italia oltre confine. Su ItaliaChiamaItalia lo abbiamo ribadito più volte: questa manovra economica per le comunità italiane residenti nei cinque continenti è una vera carneficina. Del resto è ormai chiaro a tutti, persino agli eletti all’estero che sostengono la maggioranza di governo. Eppure quegli stessi eletti si preparano a votarla, la finanziaria, dando per l’ennesima volta fiducia a un governo che di fronte alle necessità e ai problemi dei nostri connazionali si volta dall’altra parte.
Contro questa legge di Stabilità si sono espressi in tanti: consiglieri CGIE, Comites, parlamentari eletti all’estero, associazioni, rappresentanti di partito. Non siamo gli unici, quindi, a essere critici. In tanti hanno lanciato l’allarme: attenzione, così si toglie ossigeno agli italiani all’estero. Ma certi rappresentanti degli italiani nel mondo in Parlamento fanno finta di non sentire. Peggio: di fronte a questo scempio, ammettono che così non si può andare avanti, ma poi si inginocchiano e calano le braghe davanti al governo, dimenticandosi di coloro che con il proprio voto li hanno inviati in Parlamento a Roma. Peccato, perché tra gli eletti all’estero del Pd – e tra coloro che fanno parte della maggioranza – a nostro giudizio ci sono persone capaci, che si sforzano di fare bene, di grande onestà intellettuale: ma con certi comportamenti, che noi giudichiamo sbagliati, anche quel buono che si porta avanti viene gettato alle ortiche.
L’EDITORIALE Italiani all’estero, se Renzi ci lascia in mutande
Personalmente ritengo che l’On. Fabio Porta, Pd, presidente del Comitato per le questioni degli italiani all’estero alla Camera, abbia perso il pudore nel momento in cui, a colloquio con il nostro quotidiano online, ha pronunciato la seguente frase: “Rispetto alla questione del voto di fiducia abbiamo sempre chiarito e precisato che, per noi del gruppo, viene prima l’Italia e poi la singola rappresentanza di specifici interessi. Questo discorso vale per tutti i parlamentari del Pd, sia eletti all’estero che in Italia”. A casa, Porta e chiunque, sottolineo chiunque, la pensi come lui. Se è vero che gli eletti oltre confine del Pd la pensano tutti allo stesso modo, come Porta afferma, beh, siamo davvero messi male. E ciò spiegherebbe tante cose. Spiegherebbe per esempio perché pur facendo parte della maggioranza di governo Porta e compagni non sono stati in grado di ottenere un bel niente fino adesso.
Non si rende conto il deputato eletto in Sud America, proprio lui che presiede il Comitato alla Camera, della pericolosità delle sue parole? Dello schiaffo in faccia che tale affermazione rappresenta per i connazionali tutti e quindi per i suoi stessi elettori? Forse che gli italiani all’estero non costituiscono a pieno titolo parte integrante del Sistema Italia? Forse che gli italiani nel mondo non sono essi stessi Italia? Porta farebbe bene a dimettersi da presidente del Comitato, quel ruolo non gli si addice. La verità è che ormai da troppo tempo i nostri connazionali sono considerati italiani solo quando servono a votare o a pagare tasse su tasse. Per il resto, che si fottano.
Lorenzo Dal Mas, un utente Facebook, commentando le dichiarazioni che alcuni eletti hanno rilasciato a ItaliaChiamaItalia proprio a proposito della manovra economica, scrive: “Dovrebbero almeno non votarla per rispetto di chi li ha eletti, a che servono rappresentanti che votano con logica di partito? Non votarla non cambierebbe il risultato ma forse darebbe un segnale, sempre che a loro interessi”. In questo commento c’è tutto, non serve aggiungere altro. Ma evidentemente la poltrona vale più di ogni altra cosa e non esiste vergogna di fronte a stipendi di lusso e privilegi vari. Non è questa la politica che vogliamo per gli italiani nel mondo, non sono questi gli eletti all’estero che sogniamo.
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