Giuseppe Scognamiglio scopre Buenos Aires mentre lavora instancabilmente per gli italiani che risiedono nella capitale dell’Argentina. Lo si puo’ incontrare in ogni attivitá di associazione che celebra eventi collegati all’Italia e in ogni posto dove la madre patria è presente istituzionalmente.
Al colloquio con Silvia Garnero di Italianos en América, il Console Generale d’Italia a Buenos Aires conferma il fascino che l’Argentina esercita su di lui e la sensibilità con cui affronta il suo lavoro al Consolato: “Sono rimasto subito sedotto da questa citta’ multiforme, che ha un’anima, palpitante, che t’invita continuamente a scoprirla. Qualsiasi siano i tuoi interessi, qui hai la possibilità di soddisfarli, con un’offerta pressoché infinita di spettacoli, eventi, mostre. Ma credo che il merito dell’incanto di Buenos Aires sia soprattutto della gente: la grande capacità di comunicazione degli argentini rende facile a chiunque sentirsi a proprio agio”.
Scognamiglio parla del suo primo anno a Buenos Aires: “Sono stati dieci mesi molti intensi effettivamente. Penso sempre che quando arrivi in un posto nuovo, innanzitutto devi cercare di capire dove ti trovi, ascoltare, analizzare, comprendere, con umiltà e intelligenza. D’altronde, nessuno ha la bacchetta magica, tanto meno in un Consolato come quello di Buenos Aires che, con i suoi 360 mila connazionali, é il piu grande che l’Italia ha al mondo. Quindi, una volta che ho cominciato a capire qual era la situazione, ho cercato di lavorare su quelli che potevano essere i miglioramenti concreti, anche tenendo conto delle limitazioni in termini umane e finanziarie. Abbiamo quindi lavorato sull’ottimizzazione delle procedure avvalendoci al meglio degli strumenti informatici. Abbiamo introdotto un sistema di appuntamenti on line e telefonici per razionalizzare l’accesso del pubblico, e cio’ ha dato risultati mutuamente benefici sia per l’utente, con la riduzione delle code e dei tempi di attesa allo sportello, che per i nostri impiegati, che ora possono meglio organizzare il proprio lavoro evitando orari inutilmente stressanti”.
“Altra cosa che abbiamo fatto – continua il Console – é creare un centralino telefonico, che prima non c’era: anche se le difficoltà sono enormi, considerato il numero di connazionali, ritengo infatti nostro dovere cercare sempre di fornire una risposta all’utente, sia per telefono che per e-mail. Il centralino funziona con un menu ad albero in cui si possono trovare informazioni preregistrate sui vari servizi consolari; se l’utente non trova la risposta che cerca, può parlare con un operatore. Altra cosa su cui abbiamo puntato è il rinnovamento del sito internet del Consolato, su cui si possono trovare informazioni costantemente aggiornate. Anche se non tutti qui hanno piena familiarità con internet, si tratta di un importante strumento di comunicazione per assicurare un rapporto più veloce, efficace e moderno tra il Consolato e l’utenza”.
Non è finita qui: “Il canale ‘passaporto prioritario’ è un’altra novità che abbiamo introdotto. Si tratta di una corsia privilegiata riservata a chi ha il fascicolo in ordine, chi ha sempre comunicato le variazione anagrafiche, di residenza, ecc..: è una sorta di premio che diamo a chi è stato corretto nel rispettare gli obblighi di legge mantenendo il proprio fascicolo aggiornato, e che così trova l’appuntamento più facilmente”.
Ma l’Italia è interessata al rapporto con gli italiani nel mondo? “Io credo che ci sia sempre stata attenzione verso gli italiani all’estero, magari non quanto i nostri connazionali avrebbero desiderato. D’altra parte oggi la situazione é diversa, è cambiato il concetto di emigrazione, e le nostre collettività all’estero sono mature, molto ben integrate nel paese che le ha accolto, come nel caso dell’Argentina. Ne consegue la necessità di un cambiamento nelle tradizionali politiche migratorie, che valorizzi lo straordinario patrimonio rappresentato dagli italiani all’estero e più in generale, dalle popolazioni di origine italiana: insomma, non solo gli italiani d‘Argentina, ma gli argentini di origine italiana, che sono un numero ben più considerevole”.
E i tagli? “Sono stati imposti dalla situazione del Paese e della manovra finanziaria. Concretamente noi avremo un 20 per cento meno di risorse sul capitolo assistenza diretta e indiretta. Per quel che riguarda i corsi di lingua ci si attende un taglio piú consistente. Senza l’aiuto per diffondere la lingua italiana non potrà realizzarsi il ‘ponte culturale’ del quale lei parla come progetto indispensabile tra l’Italia e gli italiani all’estero”. Tuttavia, “nonostante le attuali difficoltà economiche, credo si possano fare molte cose in tal senso, ed alcune le abbiamo gia’ avviate. Per stimolare l’interesse dei giovani verso l’Italia occorre fornire loro opportunitá di formazione, viaggi , studio, eventi culturali, concerti, ecc.., offrendo un’immagine moderna dell’Italia di oggi”.
.Riguardo alle relazioni fra Italia e Argentina, “credo che il 2011 abbia rappresentato un momento di svolta, dopo 10 anni di relazioni governative relativamente fredde dovute al default argentino ed al noto problema dei bond. Ma come succede in tutte le famiglie, i contrasti prima o poi si appianano, troppo forte è il legame tra i nostri popoli, di sangue e culturale: la visita del Ministro Frattini in Argentina e quella della Presidente Kirchner in Italia hanno certamente gettato le condizioni per un deciso rilancio delle relazioni bilaterali”.
Ed ecco, in conclusione, il messaggio del Console Scognamiglio agli italiani residenti in Argentina: “Al mio arrivo ho trovato tanto rispetto per la figura istituzionale del Console generale ma anche tanto affetto e calore. È emozionante sentire le storie dei nostri connazionali, se ne potrebbe scrivere un libro per ognuno di loro. E quando riesci a risolvere un problema, é una grande soddisfazione: tocchi con mano il risultato del tuo lavoro, un privilegio di non poco conto. Perciò sono molto soddisfatto di essere qui. Mi permetta quindi di inviare a tutti gli italiani di Buenos Aires i miei affettuosi auguri per il 2012: che sia più bello di quanto meritano, e meritano tanto!”.
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