Con il sollievo della liberta’ dietro cauzione, peraltro non ancora divenuta effettiva, i maro’ Massimiliano Latorre e Salvatore Girone hanno appreso oggi che sabato dovranno passare davanti alla ‘session court’ di Kollam, il tribunale incaricato di processarli in primo grado per il loro coinvolgimento nella morte di due pescatori indiani il 15 febbraio, al largo delle coste del Kerala.
Ospitati per il momento nei locali della Borstal School di Kochi, una costruzione adibita a riformatorio attualmente non utilizzata, i maro’ attendono con impazienza di tornare ad assaporare una liberta’, sia pure vigilata e zeppa di limitazioni, che manca loro dopo gli oltre 100 giorni trascorsi nelle guest-house della polizia di Kochi e Kollam e nel carcere centrale di Trivandrum.
E’ grande la cautela nel team italiano che fin dall’inizio segue questa vicenda, ed oggi il console generale a Mumbai, Giampaolo Cutillo, e’ stato parco di informazioni, limitandosi a dichiarare all’ANSA che ‘la delegazione italiana sta lavorando a ritmi molto intensi per adempiere a tutte le formalita’ contenute nell’ordinanza di ‘bail’ (appunto, la liberta’ dietro cauzione) firmata dal giudice dell’Alta Corte di Kochi’.
Ufficiosamente si e’ pero’ appreso che la tradizionale burocrazia indiana ha rallentato gli sforzi dei funzionari italiani per cui sara’ molto difficile che Latorre e Girone possano usufruire del beneficio prima di sabato, quando saranno portati a Kollam per l’inizio del processo.
Comunque il clima della vigilia si e’ parzialmente rasserenato, dopo che il governo del Kerala ha rinunciato a brandire nei confronti dei maro’ la cosiddetta ‘Convenzione Lauro’ contro il terrorismo. Lo ha sottolineato oggi anche il ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi il quale, intervenendo in un programma radiofonico Rai, ha parlato di ‘scelta doverosa’.
‘La rinuncia a perseguire i capi di imputazione attraverso il ricorso dell’esenzione antiterroristica – ha spiegato – era doverosa e dimostra un minimo di oggettivita’ ad interpretare un evento che viene addebitato ai nostri due uomini, ma che non poteva mai rientrare nella fattispecie di una legislazione di questo tipo’.
Il ‘chief minister’ dello Stato del Kerala, Oommen Chandy, comunque, ha respinto al termine del consiglio dei ministri tenutosi a Trivandrum, qualsiasi ipotesi di cedimento rispetto alla linea di fermezza mantenuta fino ad oggi nei confronti dei maro’. Voglio assicurare, ha aggiunto, che ‘i nostri tribunali sono liberi e corretti ed hanno concesso la liberta’ con condizioni molto dure’.
Intanto si stanno approntando i documenti per il visto temporaneo che il ministero dell’Interno indiano ha concesso, si definiscono gli aspetti finanziari (la cauzione di 143.000 euro ognuno) e si prendono accordi con i due indiani che si faranno garanti dal punto di vista giuridico e finanziario di questa operazione. E si studia infine una sistemazione logistica che, secondo indiscrezioni della stampa indiana suffragate da dichiarazioni del commissario di polizia Ajith Kumar (l’ufficiale che ha guidato il team che ha preparato l’impianto accusatorio), all’inizio sarebbe lo stesso hotel di Kochi dove risiede la delegazione italiana.
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