Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, martedì 6 maggio, da Zagabria, ha lanciato un forte messaggio: la “Via del Cotone”, ossia la rotta commercial-logistica dall’India alla Ue, via Medio Oriente? Una grande opportunità per l’Europa, soprattutto alla luce della guerra dei dazi scatenata da Trump. E in particolare per Trieste, che potrebbe esserne uno dei terminali.
A Zagabria si è tenuto il business forum tra Italia e Croazia, nazione dove operano oltre 300 aziende italiane, con il nostro Paese secondo fornitore, una quota di mercato superiore al 13%, un interscambio di circa otto miliardi.
Proprio l’economia globale, su cui si allungano ombre fosche, è stata al centro della visita del titolare della Farnesina.
L’Italia ha già avviato “un piano d’azione per l’export, per tener testa alla crisi dell’auto in Germania e per affrontare quanto accade in Usa, guardando a realtà diverse dove poter esportare e investire”, ha sottolineato il ministro.
Proprio in quest’ottica la Via del Cotone, alternativa a quella della Seta a propulsione cinese, potrebbe giocare un ruolo decisivo.
Anche se sulla carta “Usa ed Europa sono facce della stessa medaglia, dobbiamo fare in modo che non ci siano guerre commerciali” e nel frattempo bisogna “lavorare insieme e credo che una delle opportunità sia la Via del Cotone” ha così osservato Tajani, sottolineando che “crediamo che Trieste possa esserne il punto di partenza”.
Anche i padroni di casa del Forum, i croati, dovrebbero approfittarne, perché “la Croazia non può non essere protagonista di questa nuova stagione”.