Il ministro dell’Interno Angelino Alfano interviene nel caso dell’imam marocchino Abd Al-Barr Al-Rawdhi, autore dell’incitazione allo sterminio degli ebrei ("Allah, contali uno ad uno e uccidili fino all’ultimo") durante un sermone tenuto in una moschea di San Donà di Piave, in provincia di Venezia, come documentato ieri da Libero.
"Ne ho disposto l’immediata espulsione dal territorio nazionale – afferma in una intervista allo stesso quotidiano -. Valga da monito per tutti coloro che pensano che in Italia si possa predicare odio".
"L’antisemitismo è inaccettabile nel nostro Paese – prosegue -. Sono contento che la comunità ebraica abbia colto l’importanza del nostro provvedimento, che deve essere anche un avvertimento per chiunque creda che in Italia sia possibile esercitare nei luoghi di culto un’attività che non sia liturgica, ma di diffusione dell’odio".
Alfano replica al presidente della Comunità islamica di San Donà di Piave secondo cui prediche simili in Italia avvengono "ogni giorno": "No, non è così. Esercitiamo un controllo valido. Dal 2002, anno in cui è entrata in vigore la legge che consente le espulsioni per motivi di ordini pubblico, sono stati allontanati dal territorio italiano dieci imam, proprio perché ciò che predicavano non è consentito dal nostro ordinamento". Ma respinge la richiesta della Lega Nord di chiudere la moschea di San Donà di Piave e imporre una moratoria sull’apertura di nuove moschee: "Come Stato italiano non dobbiamo compiere eccessi che a loro volta possano sembrare stimolo alla violenza. Dobbiamo avere l’intelligenza di rifiutare l’istigazione all’odio e di consentire la divulgazione di un messaggio religioso tutte le volte in cui esso è davvero pacifico".
Discussione su questo articolo