Separare il capitolo dell’inchiesta sul caso Maugeri che riguarda il reato di corruzione contestato, tra gli altri, al presidente della Lombardia Roberto Formigoni, e procedere con la richiesta di giudizio immediato per il filone che riguarda i circa 70 milioni di euro ‘drenati’ dalle casse dell’ente e dirottati all’estero per creare fondi neri usati poi non solo per ‘sbloccare’ pratiche in Regione ma anche, secondo la Procura di Milano, per pagare le vacanze a cinque stelle al Governatore e al suo entourage. E’ questa l’ipotesi che sta prendendo sempre piu’ quota tra gli inquirenti milanesi che stanno coordinando le indagini sulla Fondazione con sede a Pavia, anch’essa indagata in base alle legge sulla responsabilita’ amministrativa delle societa’. Mentre ancora oggi i pm Laura Pedio e Antonio Pastore hanno proseguito con l’attivita’ istruttoria sentendo alcuni testimoni in attesa di programmare un nuovo giro di interrogatori degli arrestati, nei corridoi del quarto piano del palazzo di Giustizia e’ stato fatto sapere che l’intenzione e’ quella di procedere con l’istanza di giudizio immediato per il filone che riguarda l’associazione per delinquere aggravata dal carattere transnazionale e altri reati come il riciclaggio, l’appropriazione indebita pluriaggravata, la frode fiscale, l’emissione di fatture per operazioni inesistenti fino all’attribuzione fittizia di beni. Accuse di cui rispondono a vario titolo, tra gli altri, il faccendiere Pierangelo Dacco’ e l’ex assessore Antonio Simone, entrambi ancora in carcere, il patron della Fondazione Umberto Maugeri e l’ex direttore amministrativo Costantino Passerino, e gli ex consulenti Gianfranco Mozzali e Claudio Massimo (tutti e quattro ai domiciliari). Anche se la decisione deve essere ancora formalizzata, da quanto e’ stato riferito, al momento i pm, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Greco, intendono chiedere al gip Vincenzo Tutinelli, entro il prossimo 12 ottobre (data di scadenza dei termine di custodia cautelare per i 6 arrestati ad aprile), di mandare a processo per la parte di indagine che riguarda la presunta creazione di fondi neri, Dacco’, Simone e gli altri indagati, alcuni dei quali, tramite i loro difensori, gia’ stanno sondando il terreno per capire se ci sono i margini per un eventuale patteggiamento. Di questo passo verrebbe stralciato il capitolo che riguarda la corruzione, reato di cui devono rispondere anche Formigoni, il suo amico Alberto Perego e il direttore generale dell’assessorato alla sanita’ Carlo Lucchina.
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