Angelino Alfano, ministro dell’Interno, che ha tenuto una audizione al Comitato Schengen, a proposito di immigrazione ha detto: “nei primi 5 mesi del 2014 gli arrivi di migranti sono quasi 40 mila, poiché si tratta di 39.538. È un dato di fatto che con l’accentuarsi della instabilità politica in Nord Africa e della situazione di frammentarietà che ha caratterizzato la situazione della Libia, ancora priva di un interlocutore di governo affidabile, i valori di ‘push immigration’ restano attestati su livelli molto alti. È ragionevole pertanto prevedere che il trend sia in crescita nel 2014, anche se non disponiamo di indicazioni che possano far esprimere un numero esatto di migranti che possono sbarcare".
Per ciò che riguarda la capacità di controllo dei flussi via mare il ministro dell’Interno sottolinea come "l’azione di contenimento delle nostre unità militari e delle forze di polizia venga fortemente a risentire delle mutate condizioni strutturali del fenomeno. Le ondate migratorie interessano centinaia di migliaia di persone che chiedono protezione, fuggendo dalle drammatiche condizioni di vita esistenti nei loro Paesi". "Non è in gioco l’efficacia del dispositivo di contenimento, cioè una sua presunta incapacità di intercettare il flusso dei migranti, quanto l’obbligo di accogliere queste persone. Ed è chiaro che questo è un obbligo dell’Europa come soggetto politico ed istituzionale e non di un singolo Paese che ne fa parte e che avrebbe l’unico torto di dover presidiare una frontiera marittima comune".
"Tengo fermo il punto negoziale con l’Europa: cioè che la comunità internazionale si faccia carico di andare lì in Africa, in Libia in primo luogo, a montare delle tende nei campi profughi, a fare lì l’accoglienza primaria ancora prima che i richiedenti asilo partano. In Libia soprattutto si verifica un fenomeno di presenze non libiche, che presumendo che non sono lì per turismo, sono lì per partire. È meglio che la comunità internazionale si faccia carico lì di dare un’assistenza umanitaria e anche una spiegazione che renda consapevole il migrante delle condizioni che trova nel Mediterraneo, all’ingresso in Italia e poi in Europa".
Frontex è necessario, “quale agenzia dell’Unione deputata insieme a Europol a dare risposte analitico-operative alle politiche migratorie” e bisogna rafforzare “il suo ruolo di regia e di coordinamento delle attività svolte in materia dagli Stati membri". La proposta? “Portare al centro del Mediterraneo la sede di Frontex e candidare l’Italia ad essere il Paese ospitante. Sarà questo uno dei temi che lanceremo nel semestre e sarebbe oggi prematuro e incauto rischiare previsioni rispetto alla possibilità di successo della proposta. Di certo c’è che noi ci batteremo con forza credendoci profondamente, il negoziato sarà reale e forte".
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