"E’ bene rendersi conto che stiamo vivendo una crisi epocale, le speculazioni politiche, in Italia e in Europa, sono fuori luogo. Dovrebbe piuttosto esserci la consapevolezza della gravità della situazione e la volontà di affrontarla". Lo afferma Domenico Manzione, sottosegretario all’Interno con delega all’immigrazione, in una intervista all’Unità nella quale ricorda che nel 2014 sono sbarcati 170mila migranti e che quest’anno il Viminale ne ha già contati circa 111mila. Mentre l’Eurostat segnala che nel 2014 le richieste di asilo sono state in Europa 200mila in più sul 2013 portando la quota a 600mila di cui 200mila prese in carico dalla Germania e 64mila le richieste in Italia. Con un trend è in crescita: quest’anno abbiamo già superato la soglia di 40mila.
Sottolinea: "Il nostro primo obiettivo è quello di salvare più vite possibile, non è semplice considerato l’ampio tratto di mare su cui operiamo. Proprio in questi giorni l’Alto commissariato per i rifugiati (Unhcr) ha aggiornato a 2500 il numero di chi è morto cercando di arrivare. Questo ci dice che è urgente intervenire nei Paesi d’origine. È necessario che la diplomazia internazionale trovi soluzioni alle situazioni di crisi", "Leon (l’inviato dell’Onu per la Libia, ndr) ci informa che c’è un accordo all’orizzonte sulla Libia", "per l’Eritrea il cammino è ancora lungo, come per la Siria. Ma la strada è questa".
Aggiunge che "c’è bisogno di una politica europea, finora è stata claudicante", "nelle prossime settimane il governo italiano porrà di nuovo il problema a Bruxelles: l’occasione sarà la discussione all’Europarlamento del piano Juncker che deve essere approvato. Inoltre a dicembre andranno ridiscusse le quote" e "l’auspicio è che ci sia una maggiore partecipazione soprattutto dei Paesi dell’Est, finora poco collaborativi. Anche perché, come si vede in questi giorni, quando il Mediterraneo comincia a farsi ancora più rischioso, riprende vigore la via dei Balcani".
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