A Reggio Emilia una lavanderia a gettoni è stata rapinata 8 volte in 45 giorni, con le lavatrici distrutte per rubare poche decine di euro.
Dopo il settimo furto la polizia si è appostata per cogliere i ladri in fragrante, il che è successo venerdì scorso alle 4 del mattino.
Arrestato il delinquente, un 24enne di origini albanesi, volto già noto alle forze di polizia per via di numerosi precedenti per reati contro il patrimonio e in materia di sostanze stupefacenti.
L’arresto è stato formalmente confermato, ma il giudice ha subito fatto rilasciare il ladro con solo obbligo di firma.
Alle ore 18 dello stesso giorno, già liberato, si è così messo a sfottere la proprietaria della lavanderia che nel frattempo ha dovuto chiudere l’attività per i danni e che, in pratica, sta fallendo.
Ma il giudice che ha rimesso in immediata libertà il delinquente recidivo e colto sul fatto non meriterebbe di essere rapinato a sua volta?
La violenza, la reazione, il qualunquismo, l’odio razziale nascono anche da questi piccoli ma sconcertanti episodi e per le decisioni di questi giudici, che di fatto considerano prima i diritti dei delinquenti che non quelli dei cittadini.