Aldo Di Biagio ed Elio Carozza, due storie emblematiche che spiegano perché è naufragato il sogno di Tremaglia. Il ghigno di Carozza che, furbescamente, ha messo all’ultimo punto dell’ordine del giorno della prossima plenaria del CGIE la discussione sul caso Giacchetta, dimostra lo sprezzo di questo grigio funzionario comunista verso le atroci sofferenze di poveri pensionati che hanno perso tutti i loro averi. Ma cosa volete che importi ad un funzionario cresciuto a pane (a sbafo) e sindacato la sorte dei lavoratori? A chi è stato abituato per tutta la vita ad allinearsi dietro bandiere rosse sporche di sangue? A chi ha sempre anteposto gli ordini del partito agli interessi della povera gente?
Cosa sono i patronati esteri se non vere e proprie macchine da guerra, mangiasoldi costruite per creare artificialmente le carriere politiche di funzionari il cui infimo spessore culturale avrebbe consigliato ben più umili mestieri?
Di Biagio, prima vicino ad Alemanno, poi attaccato alla sottana di Fini, è ora capogruppo di Sbronza Civica al Senato, sodale di quel Mario Mauro che, per usare le parole di Carmelo Palma, è la perfetta sintesi tra i catto-comunisti da sacrestia e i catto-affaristi da Pirellone. Di Biagio deve le sue fortune all’uso spregiudicato del patronato Enas nel mondo, anche se ora deve rispondere davanti ai magistrati di accuse gravissime.
Da garantista non entro nel merito delle accuse mosse a Di Biagio dai magistrati ed attendo che la giustizia faccia il suo corso, ma politicamente non posso non stigmatizzare l’uso disinvolto di simboli e persone culminato con l’elezione di Mario Caruso alla Camera, uno sfregio per noi italiani nel mondo. Dopo Pallaro, Razzi, l’ennesimo personaggio da operetta, uno zero assoluto dal punto di vista culturale. Il buon Mario Monti, nel riflettere sulle cause del declino del suo movimento, dovrebbe fare un mea culpa per aver affidato a siffatti personaggi le sorti di Scelta Civica nel mondo…
Il ghigno di Carozza e la strafottenza di Di Biagio: compagni di merende e di scorribande hanno affossato i sogni, le speranze degli italiani nel mondo, svenduto i nostri ideali per un piatto di lenticchie e per qualche privilegio. Le vittime del caso Giacchetta sono per loro dei noiosi rompicoglioni che non devono osare mettere in crisi il giocattolo (i patronati) che ha permesso a Carozza e Di Biagio di garantirsi un posto al sole.
*membro del Comitato Nazionale dei Radicali Italiani
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