Nel giorno piu’ lungo per la Grecia – l’ennesimo di questa crisi interminabile – le immagini e le parole sono quelle dei pensionati in fila ai bancomat per ritirare i 60 euro consentiti in questa settimana di chiusura delle banche: "Come in tempo di guerra, o ai tempi del colpo di stato", dice uno di loro, dipingendo bene l’atmosfera pesante che si respira ad Atene in queste ore convulse di incerte trattative con l’Europa, con i soldi che mancano.
Sulla centrale via Mihalakopoulou, un distributore di contante della Piraeus Bank non ha neanche un cliente davanti, ma a pochi metri, davanti al bancomat della National Bank of Greece, ci sono almeno una ventina di persone. Sono soprattutto anziani. Confusi, preoccupati ed arrabbiati. "Ci hanno detto che domani potremo ritirare 120 euro, ma poi hanno spiegato che e’ cosi’ solo per chi non ha una carta, e che puo’ ritirare solo allo sportello. Dicevano che avrebbero riaperto alcune banche oggi, invece e’ domani. Non ci capisco piu’ niente. Spero solo che tutto questo finisca presto", dice sconsolato un signore con i capelli bianchi ma con i baffi nerissimi.
"Sono furiosa – grida una signora che si presenta come Maria – Ho lavorato 35 anni, ho 65 anni, e ora non posso prendere i miei soldi! Ladri! Sono dei ladri e basta!". "Che c’e’ da dire? Sembra essere tornati ai tempi della guerra o del colpo di stato dei Colonnelli – spiega un altro anziano – Mi sembra di vivere in un brutto sogno. E proprio quando pensavo di potermi fare una vecchiaia tranquilla, dopo tanti anni di lavoro. Di godermi i nipoti. Invece tutto questo doveva capitare. Questo Paese non ha mai pace, mai". Dalle finestre aperte sul caldo estivo arriva il sottofondo concitato delle dirette tv infinite: tutti i principali canali – Mega, Alpha, Skai, Ert, Ant1 – seguono praticamente senza interruzioni gli sviluppi della crisi con il nuovo tentativo di accordo tra Atene e l’Eurogruppo.
"Vorrei che arrivasse il giorno in cui non dobbiamo stare incollati alla televisione per scoprire qual e’ la nuova emergenza o il nuovo ultimatum da affrontare", sospira Argiroula, regista teatrale che vive tra Italia e Grecia. "A me, come a tutti i greci, piacerebbe molto occuparci delle cose normali, come un nuovo progetto, viaggi. E’ molto difficile vivere normalmente in questa situazione".
E la chiusura delle banche, accompagnata dall’assoluta incertezza su cosa accadra’ in questi giorni e soprattutto dopo il referendum di domenica, inizia a mordere nel vivo la societa’ ellenica: gli ex lavoratori autonomi in pensione domani non riceveranno il pagamento mensile per intero bensi’ solo la meta’, in quanto il loro fondo previdenziale (Oaee) non e’ stato in grado di raccogliere i necessari 272 milioni di euro a causa della chiusura degli istituti di credito (che domani apriranno ma solo in alcuni e casi e solo per i pensionati).
Western Union, la piu’ grande societa’ di trasferimento di denaro del mondo, ha annunciato che i propri uffici in Grecia, chiusi gia’ da ieri, lo resteranno ancora per almeno una settimana a causa delle restrizioni imposte dal governo a tutto il settore finanziario. Chiusi anche i tribunali della Grecia da oggi fino all’8 luglio. La decisione e’ stata presa perche’ saranno necessari ufficiali giudiziari per monitorare il referendum. E c’e’ chi si prepara a una moneta alternativa che non e’ la dracma: secondo il sito Neos Kosmos, dieci volte piu’ greci del solito si stanno registrando da un paio di mesi presso la societa’ tedesca Bitcoin.de per acquistare valuta elettronica.
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