Scuola e universita’ non sono vetrine, non sono semplici slogan da utilizzare al momento opportuno. Devono diventare il motore dell’Italia, ma perche’ cio’ accada bisogna intervenire con misure concrete, senza spot e promesse. Nel giorno della visita a Treviso di Matteo Renzi e del neo ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini – prima tappa dell’annunciato tour del Premier nelle scuole del Paese – le associazioni studentesche hanno consegnato al presidente del consiglio una lettera in cui segnalano otto punti prioritari, su cui il Governo dovrebbe investire "se vuole davvero che l’istruzione torni a essere una risorsa per tutto il Paese".
I "punti-chiave" indicati dall’Unione degli universitari e dalla rete degli studenti sono il diritto allo studio, l’edilizia scolastica, il superamento del numero chiuso all’universita’, la riforma dei cicli, le tasse universitarie, la rappresentanza studentesca, la Carte dei diritti degli studenti, un maggior raccordo tra istruzione e lavoro.
Sul fronte del diritto allo studio, gli studenti invocano una legge nazionale che metta le regioni nella condizione di offrire Livelli Essenziali delle Prestazioni per tutti gli studenti e che sia in grado di contrastare entro il 2020 gli effetti della dispersione scolastica. Ritengono pure indispensabile integrare il Fondo Nazionale almeno fino alla copertura totale delle Borse, per eliminare la " vergogna, tutta italiana, degli idonei non beneficiari". L’edilizia scolastica e’ ritenuta una priorita’ pure dal Governo: "C’e’ l’impegno – ha ribadito stamani il ministro Giannini – a trovare uno strumento normativo per un piano rapido giugno-settembre".
Di risorse – fanno notare i ragazzi – ne servono parecchie: "i finanziamenti necessari per risistemare almeno le strutture scolastiche piu’ urgenti corrispondono ad un miliardo e mezzo. Se poi ipotizziamo di dotarci di strutture che funzionino veramente, allora la cifra sale, vertiginosamente, a 20 miliardi". In materia e’ intervenuto il presidente dell’Upi, Antonio Saitta, che in una lettera al premier ha segnalato che "i progetti immediatamente operativi per la messa in sicurezza delle scuole di Province e Comuni ci sono gia’, e sono quelli presentati dalle amministrazioni per accedere ai 150 milioni di euro messi a disposizione dal Decreto del Fare. Cominciamo con quelli, e potremo aprire cantieri gia’ dal 15 giugno prossimo". Sul superamento del numero chiuso, Udu e Rete insistono da tempo perche’ – dicono – i test d’accesso sono "una vera e propria lotteria, falsata da continue irregolarita’". E chiedono di rivedere il sistema delle tasse universitarie "in un’ottica omogeneita’, equita’ e progressivita’, alleggerendo il peso sui redditi intermedi, ed esentando le fasce piu’ deboli".
Udu e Rete chiedono poi un biennio unitario per le superiori, una maggiore partecipazione nei processi decisionali, l’applicazione e l’estensione della Carta dei Diritti degli Studenti. Ma soprattutto – concludono – vorrebbero che il rapporto tra l’istruzione e il lavoro si fondasse "su percorsi caratterizzati da un alto valore formativo e dalla tutela dei diritti". Cosi’, invece, – constatano – non e’: "troppo spesso l’alternanza, e le esperienze professionalizzanti, si concretizzano in semplici strumenti di sfruttamento".
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