L’allarme lo aveva lanciato già da diverse settimane: da tempo Enrico Letta mette in guardia la sua maggioranza dai costi che un clima di fibrillazione continua quale quello registrato nelle ultime settimane scarica sui conti pubblici e a cascata su cittadini e imprese. Oggi arriva il primo dato negativo: quel 3,1% di deficit a legislazione vigente contenuto nella Nota di aggiornamento al Def che per il premier ha una sola motivazione: appunto "l’instabilità politica" che "ha interrotto la discesa dei tassi di interesse". Ma ciò nonostante, Letta resta ottimista: a fine anno il deficit sarà sotto il 3%, "basterà qualche piccolo aggiustamento", assolutamente "alla nostra portata", e che "non necessiterà di interventi particolarmente rilevanti". Dunque nessuna manovra.
E l’ottimismo di Letta riguarda anche la crescita: il dato "moderatamente ottimista" di una crescita a +1% nel 2014, contenuto nella Nota di aggiornamento al Def, "è veramente a portata di mano", grazie alle misure prese nei mesi scorsi e che ora "iniziano a dare i loro frutti: pagamenti dei debiti P.A., incentivi per ristrutturazioni e mobili, incentivi alle assunzioni". Per il premier "tra la fine dell’anno e l’inizio dell’anno prossimo" si vedranno gli effetti positivi sul Pil. Ma comunque si dovrà passare sempre di lì, sempre dalla stabilità: "Gli obiettivi fissati nella Nota sono tutti raggiungibili, a patto che ci siano la volontà e la stabilità politica". Che non manca certo al premier e ai suoi ministri, "siamo determinatissimi", ma che deve essere dimostrata anche e soprattutto dalla maggioranza parlamentare. Nella quale però continuano gli scontri e le minacce, soprattutto dal versante Pdl. Stavolta è Renato Brunetta a dettare l’ultimatum, rivolgendosi al ministro dell’Economia Saccomanni: "O l’Iva non aumenta a ottobre o non c’è più il governo, perché questo era un impegno di governo". La risposta di Letta in conferenza stampa è evasiva: "Oggi non abbiamo parlato di Iva, lo faremo nei prossimi giorni", con una discussione che però sarà "molto attenta alle cifre e ai dati". E da palazzo Chigi ribadiscono la posizione, ancora una volta in sintonia piena con Saccomanni: "Piacerebbe anche a noi scongiurarlo, ma è molto difficile. Ci si lavora, ci proveremo fino all’ultimo giorno utile, ma è molto difficile". Sicuro invece un intervento di "riequilibrio" sulle composizioni dei panieri, ma attraverso la legge di Stabilità e dunque a valere dal 2014. Quanto al presunto "impegno di governo" ad evitare l’aumento Iva citato da Brunetta, dallo staff del premier ripetono quanto Letta disse alle Camere: "Si impegnò a lavorare per evitarlo, ma non affermò che si sarebbe evitato".
Quello che invece era un impegno preciso assunto da Letta era il rispetto dei vincoli europei, e su quello – ribadisce ancora una volta – non intende derogare. Che è anche il modo per rispondere ai rischi di guerriglia parlamentare proprio sulla Legge di Stabilità: "Di sicuro non sarà Letta a firmare una legge di Stabilità che dovesse far ripiombare l’Italia nella procedura di deficit eccessivo", avvertono i suoi collaboratori. Perchè sarà la legge di Stabilità "il cuore dell’attività di governo: sarà quella che scriviamo noi, senza costrizioni ma dentro gli impegni che ci siamo presi". Sarà quello "il documento sul quale vogliamo essere giudicati" e su quello si valuterà la tenuta della maggioranza.
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