Renato Brunetta, capogruppo PdL a Montecitorio, in un colloquio con il Corriere della Sera, afferma: “Pensare di aprire una crisi di governo perché non si trova un miliardo per evitare l’aumento di un punto di Iva, è assurdo". Brunetta sottolinea come il suo partito ha avuto sempre un "atteggiamento rispettoso e costruttivo" nei confronti del ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, rimarcando: "Io il rigore lo voglio, ma a tutto campo. Ho sempre chiesto cabine di regia in cui il ministro venisse a dirci ciò che stava facendo, ma lui non l’ha mai fatto. Ho presentato sette proposte di copertura e Saccomanni ne ha già accolte due".
In un editoriale pubblicato su “Il Giornale”, Brunetta scrive: “Forse non tutti ricordano che dal 2010 è successo qualcosa di storico in Italia: la spesa pubblica corrente ha iniziato a diminuire in valore assoluto. E ancor più ha iniziato a diminuire la spesa corrente al netto di quelle voci, come gli interessi sul debito pubblico e la spesa pensionistica, che sono il risultato di comportamenti passati, di debiti accumulati in tempi di stabilità concertativa e non riducibili nel breve periodo". "Questa riduzione della spesa corrente – sottolinea l’ex ministro – è dipesa anche dal fatto che è diminuito il numero dei dipendenti pubblici, altro evento di svolta rispetto al passato. Ciò non è avvenuto in anni di stabilità politica, anche se la correzione è iniziata quando si pensava che la stabilità politica fosse assicurata. Mai come negli ultimi anni l’Italia ha vissuto l’instabilità eppure la questione centrale del controllo della spesa è stata affrontata, seppure la strada sia ancora lunga. Non altrettanto si può dire della politica fiscale, i cui errori hanno contribuito, assieme a altri fattori, ad aggravare la recessione economica".
"L’instabilità, quindi, c’entra poco, conta la capacità di fare scelte corrette e correggere rapidamente quelle sbagliate di fronte all’evolvere della realtà" prosegue. "D’altra parte, è concettualmente sbagliato temere l’instabilità o dare connotati di per sé positivi alla stabilità – conclude il presidente dei deputati azzurri -. La vita, l’economia, la conoscenza, l’innovazione, il progresso dell’umanità è frutto del mutamento, dell’instabilità e dell’agire in condizioni d’incertezza".
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