La notizia della morte di Muammar Gheddafi fa tirare un sospiro di sollievo al mondo intero. Per il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, "è la fine di un doloroso capitolo", "uno dei piu’ longevi dittatori non c’e’ piu". Obama nel suo intervento, trasmesso in diretta tv (intorno alle 20, ora italiana) si è rivolto al popolo libico: "Dopo aver vinto la vostra rivoluzione, avete una grande responsabilità, quella di costruire un Paese democratico e tollerante". La Libia deve essere una nazione dove i "diritti umani" vengano rispettati, dove "le armi più pericolose si mettano in sicurezza". Per fare questo, il Cnt libico – riferisce il portavoce della Casa Bianca – ha chiesto esplicitamente l’aiuto di Washington.
La stessa soddisfazione espressa da Obama la ritroviamo nelle parole di Nicolas Sarkozy – "Si apre una nuova pagina, quella della riconciliazione nell’unita’ e nella libertà" – e di Angela Merkel – "la strada e’ libera adesso per un nuovo inizio politico nella pace". Il premier britannico, David Cameron, preferisce ricordare le vittime "del brutale dittatore". Anche quelle dell’attentato di Lockerbie che, nel 1988 sui cieli della Scozia, provoco’ la morte di 270 persone; e l’agente Yvonne Fletcher, uccisa nel 1984 da un proiettile partito dall’ambasciata libica a Londra durante una manifestazione. Cameron manda poi un pensiero alle vittime del terrorismo dell’Ira, uccise – sottolinea – dagli esplosivi forniti dai libici. Tutti i vertici Ue sottolineano: "E’ la fine di un’era di dispotismo e di repressione".
Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, dal palazzo di vetro di New York invita tutte le parti in Libia a deporre le armi: "Il cammino che il popolo libico deve intraprendere e’ difficile e’ pieno di ostacoli. Tutti i cittadini devono mostrarsi uniti. Non e’ il tempo della vendetta, ma quello della ricostruzione e della riconciliazione".
Adesso si guarda al dopo-Gheddafi. Il Colonnello è morto, ma la guerra in Libia è davvero finita? Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, avverte: non possiamo abbassare la guardia in un momento così delicato per il Paese. Il fatto che Gheddafi sia morto, non vuol dire che combattimenti e violenze finiscano come per magia. Magari fosse così. Invece il pericolo è proprio questo: la Libia potrebbe continuare ad essere una polveriera a cielo aperto. Un rischio che va assolutamente evitato.
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