Pier Luigi Bersani nega ufficialmente che i rapporti tra lui e Mario Monti siano cambiati dopo il faccia a faccia di ieri. Ma quello che il segretario Pd definisce ‘un colloquio cordialissimo’ e’ stato in realta’, confermano fonti democrats, di grande freddezza con la finale presa d’atto che con il Professore ci si confrontera’ alle urne. E siccome la campagna elettorale non ruotera’ solo sul futuro dell’Italia, domani Bersani vola a Bruxelles per convincere i vertici delle istituzioni Ue, anche quel Ppe cosi’ favorevole ad un Monti bis, che ‘anche per un possibile governo Pd l’orizzonte resta europeo’.
Avra’ il segno ‘piu’, come piu’ lavoro, piu’ diritti, piu’ riforme, la campagna elettorale che al Pd si sta definendo, pur nella convinzione di essere piu’ avanti, nella definizione delle alleanze e del programma, rispetto a tutte le altre formazioni, gia’ in campo o ancora in cantiere. Bersani e’ convinto che, come gia’ avvenuto per le primarie per la premiership, anche le primarie per i parlamentari, pur se in pieno periodo natalizio, avranno un effetto galvanizzante su elettori e sondaggi. E comunque segna un altro punto di distanza tra il Pd e gli altri partiti, che si adegueranno al Porcellum. ‘Siamo gli unici a fare una cosa che non si e’ mai fatta ne’ in Italia ne’ in Europa. Si chiedesse agli altri cosa intendono fare, visto che il Parlamento e’ un’istituzione di tutti’, si sfoga Bersani, contrariato da certi articoli che mettono l’accento sulle 10 deroghe per i ‘veterani’ o sulla ‘quota protetta’ di quel centinaio di parlamentari che saranno scelti senza passare dai gazebo.
Il Pd ci crede ma tutti sono consapevoli che la partita sara’ tutt’altro che semplice soprattutto per ottenere una maggioranza certa al Senato. Sono ancora allo studio tutte le possibilita’ per cercare di prendere il premio di maggioranza regionale nelle tre regioni-clou (Lombardia, Veneto, Sicilia): se sembra perdere quota l’idea di presentare dappertutto un listone Pd-Sel, c’e’ chi ipotizza una lista unica ‘a macchia di leopardo’ solo in alcune regioni. E in parallelo il leader dei Moderati Giacomo Portas sta continuando a tessere la tela per la ‘terza gamba’ del centrosinistra insieme ai fuoriusciti dell’Idv, come Massimo Donadi, e Bruno Tabacci. Ma, al di la’ della strategia politica, Bersani punta a sfidare gli avversari, anche il Professore se alla fine scendera’ in campo, sul terreno dell’affidabilita’ europea. A Bruxelles il candidato premier del centrosinistra incontrera’ il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy, il presidente della commissione Manuel Barroso e il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Junker. Faccia a faccia per garantire ancora una volta che, in caso di vittoria, il Pd manterra’ gli impegni presi dall’Italia in Europa. Ma non senza rimarcare la necessita’ di una virata verso politiche di crescita: ‘Siamo il partito piu’ europeista – assicura Bersani – e vogliamo contribuire a migliorare le politiche europee, che fin qui per noi non sono soddisfacenti’.
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