La strada da percorrere e’ ancora lunga, e certo non si puo’ cantare vittoria, considerato che ogni anno in Italia per cause legate al fumo muoiono circa 80 mila persone. Ma i dati 2012 che arrivano dall’Istituto superiore di sanita’ parlano chiaro: nel nostro Paese sono diminuiti i fumatori, e il trend registra i livelli piu’ bassi degli ultimi 50 anni. Erano il 22,7% nel 2011, sono scesi al 20,8% nel 2012, per un totale di 10,8 milioni di persone. Un calo di quasi 2% punti percentuali, con un picco in discesa per le fumatrici, diminuite del 2,4%. In media, evidenzia il rapporto presentato questa mattina al ministero della Salute in occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco, si fumano 13 sigarette al giorno, trend anche questo in discesa, per un totale di 140 milioni di sigarette ‘bruciate’ quotidianamente e ben 51 miliardi l’anno.
E una flessione analoga si registra anche nelle vendite complessive del tabacco, scese dell’1,8% nel 2011 rispetto al 2010. Raddoppiano invece, arrivando all’8,5%, i consumi del tabacco sfuso, preferito soprattutto dai ragazzi in quanto piu’ economico delle sigarette tradizionali.
"I dati, seppur lentamente, ci dicono che il numero dei fumatori tende a diminuire", ha spiegato il ministro della Salute, Renato Balduzzi, sottolineando che l’estensione del divieto di fumo negli ambienti esterni molto popolari, come i parchi, gli stadi, i cortili degli ospedali e le entrate degli aeroporti e’ "una ipotesi allo studio, cosi’ come merita attenzione la proposta di introdurre il divieto di vendita ai minorenni e l’abolizione dei pacchetti da 10 sigarette". Tutte questioni in realta’ gia’ trattate dal disegno di legge (primi firmatari l’esponente del Pd Ignazio Marino e quello del Pdl Antonio Tomassini) sul fumo fermo in commissione Sanita’ del Senato da 3 anni, nonostante l’ok bipartisan e l’assenza di costi per lo Stato.
Riguardo invece all’appello lanciato dal presidente dell’Iss, Enrico Garaci, e dal farmacologo Silvio Garattini, per aumentare di 1 euro il costo dei singoli pacchetti, soluzione che porterebbe una riduzione dei consumi del 4% e un introito per lo Stato di 3 miliardi di euro in piu’ l’anno, il ministro frena: "Bisognerebbe – ha detto Balduzzi – riuscire ad arrivare allo stesso risultato con delle soluzioni meno draconiane".
Dall’indagine, pero’, arrivano anche segnali negativi. Nonostante la crisi economica, infatti, il 76,2% dei fumatori non ha cambiato le sue abitudini, si sente in buona salute e mette le ‘bionde’ al penultimo posto tra le cose a cui rinunciare per effetto della crisi. Senza dimenticare, conclude il rapporto, che chi fuma e’ anche piu’ propenso a giocare d’azzardo.
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