Archiviate le prime uscite internazionali, il nuovo governo francese di Francois Hollande si prepara ad affrontare il primo scoglio economico interno: il rilancio della produzione industriale nazionale, tema tanto importante per il neo-presidente e la compagine socialista da meritare un ministero ad hoc, affidato al retorico dell’anti-globalizzazione Arnaud Montebourg.
Domani, come primo passo, il Premier Jean-Marc Aiyrault, affiancato da Montebourg, dal ministro del Lavoro Michel Sapin e dal quello degli affari sociali Marisol Touraine, ricevera’ i rappresentanti dei cinque principali sindacati del settore secondario (Cgt, Cfdt, Fo, Cgc, Cftc) e delle tre organizzazioni dei dirigenti d’azienda (Medef, equivalente transalpino di Confindustria, Cgpme, che riunisce i vertici delle piccole e medie imprese, e Upa, omologa di Confartigianato). ‘Contrariamente a quanto si faceva nello scorso quinquennio, non ci saranno annunci la sera stessa – anticipa al quotidiano Le Monde una fonte del governo – lo scopo e’ ascoltare le parti sociali sui temi che devono essere discussi. Il metodo sara’ individuato in occasione di un incontro multilaterale che deve tenersi a inizio giugno’.
Trattative che si preannunciano lunghe e complesse, ma il cui esito ha un’importanza cruciale per il governo Ayrault e per Hollande, entrati in battaglia con obiettivi molto ambiziosi. ‘Lavoro a un piano di riconquista industriale’, affermava nei giorni scorsi alla stampa Montebourg, che gia’ ha effettuato una serie di visite ufficiali in aziende oggetto di contese tra dipendenti a rischio di perdere il posto e proprieta’. ‘Ci sono – ha aggiunto – molti dirigenti d’azienda e lavoratori che hanno bisogno di una politica di patriottismo industriale in cui ci uniamo intorno ai nostri strumenti di lavoro, industriali, della nostra forza economica, per ricostruire la forza perduta’.
Intanto, la Cgt, primo sindacato francese per numero di iscritti, ha stilato una lista di 46 aziende ‘in difficolta”, che preparano licenziamenti o piani di ristrutturazione che potrebbero prevedere tagli o cambi di mansione per i dipendenti, da presentare domani al governo in occasione dell’incontro. Elenco ‘non esaustivo’, come hanno precisato i vertici del sindacato, in cui sono incluse diverse grandi aziende, da Carrefour ad Arcelor Mittal, ma anche un buon numero di piccole e medie imprese.
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